Prende forma un progetto giovanile per offrire un'alternativa di acquisto sostenibile di capi di abbigliamento usato e vintage, ad Asti, attraverso un mercato di vendita, ma anche di scambio, di incontri e di espressioni artistiche...
di Elisa Zanaga.
Ho 18 anni e sono stata coinvolta negli ultimi anni nel gruppo di Fridays for Future della nostra città; durante lo scorso anno scolastico ho studiato nel progetto Rondine-Cittadella della pace, in provincia di Arezzo, con l'intenzione di avere la distanza per guardare Asti più criticamente e acquisire qualche capacità, relazionale e progettuale, in più per portare una iniziativa giovanile di impatto nella nostra città...
La mia idea nasce, durante lo scorso anno lontana da Asti, dalla considerazione che nonostante gli incredibili paesaggi collinari delle Langhe e del Monferrato che circondano interamente la città, i dati più allarmanti sono proprio quelli riguardanti la salute ambientale del territorio, in particolare la qualità dell’aria. E' necessaria, per i limiti OMS una riduzione del 50% di pm10, che dovrebbe essere sotto i 15 ppm e invece è 30 e una riduzione di 3/4 di pm2,5, che dovrebbe essere meno di 5 ppm e invece è 20; anche il biossido di azoto è da ridurre del 57% (rapporto malaria 2022 Legambiente, su dati ARPA 2021).
Il quadro che si configura non è di certo positivo. Di fronte a questo scenario locale, si configura l’esigenza di creare, dove mancano, alternative che rendano le scelte più sostenibili, accessibili a tutti.
Il mio progetto verte sull’acquisto consapevole di abbigliamento, con l’obiettivo principale di favorire una sensibilizzazione ambientale degli astigiani, pensando all’abbigliamento come fattore su cui ognuno può più facilmente e volentieri agire attraverso le proprie scelte.
Ad oggi sul territorio astigiano manca un evento che offra un'alternativa di acquisto di abbigliamento più sostenibile, rivolta ai giovani.
Durante lo scorso anno ho avuto l'idea progettuale di Asti Slow Fashion, provando ad unire quello che è un interesse generale nei miei coetanei, cioè la ricerca di uno stile di abbigliamento che guarda alla fine dello scorso secolo, spesso con la priorità della sostenibilità e la necessità di creare un luogo di aggregazione per noi giovani, non esclusivo, ma inclusivo che provi a informare e coinvolgere, non solo le persone già sensibili.
Quindi creeremo un mercato di vendita di vestiti usati e vintage, attraverso una rete di piccoli rivenditori, ma le singole persone potranno anche portare vestiti da casa da scambiare.
Attorno a questo evento principale ci saranno eventi accessori, durante il weekend, perchè anche se la nostra iniziativa agisce di fatto su un qualcosa di specifico, il nostro desiderio è di veicolare una responsabilità civica globale (contrastando la fast fashion), ma anche locale; un evento in particolare, consisterà nel dipingere nella nostra città, per ogni edizione di Asti Slow Fashion, un murales con vernice Airlite (che assorbe diossido di azoto), che esprima un messaggio scelto dai giovani partecipanti.
La prima edizione sarà a Maggio 2023 e stiamo progettando, per il primo anno, di realizzare quattro edizioni.
I promotori al momento siamo io e alcune amiche che hanno accettato con entusiasmo questa idea: Anita Longu, Beatrice Bernini, alcune piccole rivenditrici di abbigliamento di seconda mano e stiamo lavorando per costituirci come ETS.
Ora siamo nella fase iniziale del progetto e stiamo raccogliendo dati sull'acquisto di abbigliamento usato e vintage, nella fascia di astigiani tra i 15 e i 35 anni: avreste voglia di compilare un rapidissimo form (tempo occorrente: 1 minuto e mezzo!...) per aiutarci a capire quali possono essere le scelte/proposte migliori da proporre sin dall'inizio?
Cliccate qui, grazie! (e buona compilazione...).