di Alessandro Mortarino.
"S’ode a destra uno squillo di tromba; a sinistra risponde uno squillo: d’ambo i lati calpesto rimbomba da cavalli e da fanti il terren".
Potremmo scomodare il sommo Alessandro Manzoni per ricordare che il 12 giugno i cittadini-elettori della città di Asti andranno alle urne per rinnovare la loro amministrazione comunale. I giochi sono fatti, le candidature tutte formalizzate e a tre settimane dall'urna sono scoppiate le prime feroci polemiche...
Le liste in competizione saranno 19 per sostenere 7 aspiranti alla poltrona di Sindaco. Di questi 7, ben 5 paiono vestire il ruolo del Carneade di turno - per di più già pronto per il rito sacrificale - e tutto fa pensare che la sfida sarà tra i due candidati del centro-destra e centro-sinistra, Rasero e Crivelli, sostenuti entrambi da sette liste.
Al voto saranno chiamati circa 60mila elettori (60.220 furono gli aventi diritto al voto alle amministrative di cinque anni fa), la matematica ci dice che avremo circa un candidato ogni 111 elettori.
Fino a pochi giorni fa la campagna elettorale non ha brillato per originalità: ad essere onesti i programmi di liste e coalizioni (o le bozze dei programmi o le sintesi delle bozze e dei programmi...) non si può dire che abbiano scaldato il cuore dei cittadini e la sensazione è che il futuro di Asti sia scandagliato come se la città fosse un arcipelago a sè stante rispetto al pianeta e alle sue drammatiche emergenze (pandemie, conflitti bellici, crisi climatica) anziché rappresentare una semplice piccola isola, un minimo punto del globo: si guarda (molto) al particolare, ma la visione complessiva latita o è poco accompagnata da una lineare idea di comunicazione.
Qualche settimana fa un sondaggio della società veronese Winpoll (di cui è ignoto il committente) sentenziava la vittoria al primo turno di Rasero con uno schiacciante 58,9% mentre la coalizione di Centrosinistra di Paolo Crivelli risulterebbe ferma al 34,1.
Le polemiche di questi giorni su università, musei, ASP, mobilità ci fanno comprendere che i due principali "competitori" hanno deciso di "marcare il terreno" con forza in questo sprint finale. Saranno settimane feroci.
Con un unico obiettivo per il centro-sinistra: raggiungere il turno di ballottaggio. E' quanto ci sentiamo raccontare in privato da diversi protagonisti di questa campagna elettorale e ci pare di ascoltare l'allenatore-catenacciaro del team di football di provincia: vediamo di non perdere e poi nel ritorno ce la giochiamo alla morte.
Ma, magari, siamo noi che non sappiamo leggere un programma elettorale e confondiamo titoli con proposte, pii desideri con progetti?...
Ci auguriamo di trovare nei prossimi giorni una spiegazione - punto per punto - dei programmi delle due super-coalizioni, sentire "faremo" anziché "vorremmo fare", conoscere il "come", le risorse da cui attingere e non i miracoli celesti da attendersi, ma non sempre possibili.
Non aiutano, al momento, i programmi delle due principali coalizioni che aprono in questo modo:
CENTRO-DESTRA: il primo punto recita «SICUREZZA: priorità assoluta» (con tanto di maiuscolo).
CENTRO-SINISTRA: il primo punto tratta de «L’economia locale per il lavoro. Asti città turistica» e così inizia: «Premesso che il turismo è un’industria e che le aziende turistiche (gli alberghi e i ristoranti) non li apre il Comune, ma i privati che decidono di investire i loro soldi, ci si può fare la domanda: cosa può fare il Comune per fare in modo che gli imprenditori del settore alberghiero investano?».
Voglia di proseguire?
A questo punto ci saremmo potuti accontentare di qualche ironico slogan, ad esempio: "raserò i miei avversari" da un lato, "crivellerò i miei competitori" dall'altro! Termini, però, accettabili solo sotto il profilo dell'ironia e non dal punto di vista di quella non-violenza che vorremmo governasse - unica - la nostra esistenza...
Restiamo fiduciosi.