di Paolo X Viarengo.
Abbinare lo studio della matematica a un Istituto per la ricerca storica come l’Israt può sembrare del tutto fuori luogo. Eppure la matematica serve. Eccome se serve. Serve a capire e a smascherare tante, chiamiamole, dimenticanze. L’Istituto per la ricerca sulla resistenza nella Provincia di Asti si occupa di storia. Di memoria. Noi proveremo, invece, ad usare la matematica per fare memoria...
La memoria di un lontano anno 2000, quando il Comune di Asti e la Provincia di Asti detenevano, ciascuno, il 41,5% delle quote dell’Israt. Versavano, a testa, 48.000 euro.
Fino al 2010 nulla cambiò. Ma nel 2011, sotto la Giunta Galvagno, con Assessore alla Cultura Gianfranco Imerito, venne deciso il primo taglio, di cui tutti sembrano essersi dimenticati, pari al 20% delle quote.
I contributi scesero quindi a 38.400 euro per il Comune e per la Provincia.
Poi venne lo scellerato 2013, con le dimissioni di Maria Teresa Armosino dalla presidenza della Provincia e l’avvento del commissario straordinario, Alberto Ardia. Questi, grazie ai tagli di bilancio previsti dalla Legge che preparava il terreno al Referendum costituzionale che avrebbe abolito, tra le altre cose, l’istituzione delle Province, decise di abolire del tutto il contributo all’Israt. Per risparmiare, visto che di soldi ne sarebbero arrivati meno.
Non potè farlo del tutto, in quanto non potè cancellare il contributo di 4.800 euro previsto per l’assegnazione della Medaglia d’Oro alla Provincia di Asti.
Poi, il Referendum finì come tutti sappiamo. Poi, le Province rimasero, ma rimasero anche i tagli e rimasero solo 4.800 euro di contributo per l’Israt da parte dell’Ente Provincia.
Per far fronte, l’Assemblea dell’ente Consortile deliberò un aumento delle quote dei comuni consorziati. Questo, nel 2014.
Sotto la Giunta Brignolo il contributo del Comune di Asti venne aumentato del 13%. Cioè passò da 38.400 a 44.500 euro con un aumento, in soldoni, di 6.100 euro.
E qui bisogna purtroppo abbandonare la matematica e ricorrere alla memoria. Che, purtroppo, manca.
Nel corso della querelle per l’approvazione del Bilancio 2020 in cui è passato il taglio del 50% di contributi all’Israt, si è sempre detto che corrispondeva alla quota che la Provincia non versava più e di cui se era fatto carico il Comune di Asti con la Giunta Brignolo.
Questo non corrisponde a verità, purtroppo. Se la matematica non è un'opinione, e non lo è, il Comune di Asti versava, fino al taglio del 2013, 38.400 euro. Esattamente come la Provincia. Poi la Provincia tolse 33.600 euro e ne lasciò 4.800 e il Comune, di questi 33.600 euro, ne prese in carico solo 6.100.
Gli altri vennero ripartiti tra gli altri Comuni della Provincia. Ad esempio Canelli e Nizza passarono da quote di 2.300 euro a quote di 3.000 euro.
Quindi non ci spieghiamo perché il Comune, essendo intervenuto nel 2014 per 6.100 euro in più, ha deciso di tagliarne 22.000 nel 2020. Forse mancanza di memoria...
Non ci spieghiamo come mai quando come assessore alla cultura troviamo Gianfranco Imerito, vengono sempre operati tagli ai contributi Israt.
Nel 2011 per il 20%, passando da 48.000 a 38.400 euro e nel 2020 per il 50%, passando da 44.500 a 22.000 euro.
Sfortuna?
Ma ora basta con la matematica. Meglio la memoria. Perché la memoria è importante. La storia è importante.
La storia è maestra di vita, dicono. Ci insegna cosa è successo perché non accada più. O accada di nuovo, a seconda di cosa è successo.
Ma, soprattutto, ci permette di capire cosa ci sta succedendo e cosa ci stanno dicendo e se, magari, “dimenticano”, qualcosa.
Per questo l’Israt è importante: per non dimenticare.