di Renata Sorba, Associazione A.P.R.I. Onlus sezione di Asti.
La nostra associazione si è trovata nel giro di 15 giorni a dover lasciare la Sala Associazioni del Centro Culturale San Secondo. La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Abbiamo per fortuna trovato una nuova location. Tutto è stato troppo veloce e senza avere la possibilità di contrattare e ottenere una proroga. I cambiamenti sono all’ordine del giorno per noi disabili, quotidianamente ci dobbiamo adattare a tutte le difficoltà ed emergenze che la nostra città ci impone. Grazie alla vicinanza e alla solidarietà degli amici e volontari abbiamo nel giro di pochi giorni inscatolato tutto e trasferito nella nuova sede...
Quando ci hanno informati che dovevamo lasciare la vecchia sede ci siamo trovati difronte ad una grande scelta: chiudere o continuare. La volontà e la consapevolezza di voler tenere ancora in piedi questa associazione che da 14 anni è presente sul territorio, ci ha spinti a non mollare. A denti stretti abbiamo dato priorità alla continuità. Questo ci è costato una grande fatica fisica e psicologica. Quando un’associazione è tenuta e condotta da disabili visivi ha una peculiarità e una caratteristica unica che la contraddistingue ma nel contempo tutti i problemi connessi ad una situazione critica, com’è stata la nostra, vengono amplificati. Cambiare sede vuol dire: rimettersi in gioco sulla mobilità e sull’autonomia, ogni singola persona con un deficit visivo diverso, deve riorganizzarsi per prendere un bus, memorizzare il percorso, imparare e conoscere il nuovo quartiere in cui si dovrà muovere oltre ad altri problemi logistici che comportano la presenza dei locali in cui si opererà. Tanta superficialità e insensibilità abbiamo riscontrato nei nostri confronti nel momento in cui ci hanno invitati a lasciare il Centro Culturale San Secondo.
A nulla sono valse le suppliche di avere un po’ di pazienza per permetterci con calma di valutare e prendere decisioni. Abbiamo dovuto, nell’emergenza, trovare una soluzione rapida, non avevamo scelta. Abbiamo in questi 14 anni di attività puntato sempre sull’autonomia, mobilità e libertà della persona disabile. Non bisogna rimanere segregati in casa, ma bisogna uscire. Peccato però che spesso eventi esterni alla nostra quotidianità ci hanno portati a dover reagire e a non mollare. A parole tutti dicono che dobbiamo essere parte integrante della società ma troppi e tanti sono i problemi che la stessa società spesso ci impone e che non troviamo sempre l’accoglienza e la disponibilità ad agevolarci. A denti stretti tutti, uniti e solidali, abbiamo scelto la strada della forza, orgoglio, tenacia e volontà di tenere in piedi l’A.P.R.I. Onlus di Asti.
La nostra associazione però non è solo una sigla o acronimo ma bensì è una realtà costituita da persone e singoli che hanno una disabilità invalidante e che grazie a questa bella associazione mettono in campo tutte le loro energie e capacità per trovare una dimensione e uno scopo per aiutare altre persone con le stesse condizioni e nel contempo per aiutare se stessi. Vorremmo dare voce a questo nostro disagio con questa lettera, che non vuole essere una denuncia ma bensì un momento di riflessione. Le scelte che vengono fatte spesso per motivi politici ed economici possono danneggiare le persone più fragili. Noi invece soci e volontari dell’A.P.R.I. Onlus di Asti, abbiamo voluto, nonostante le difficoltà, rimanere in piedi e non darla vinta a chi ha più potere di noi. Difendiamo a denti stretti la nostra dignità e libertà.