Quale gestione del patrimonio arboreo?

di Marco Devecchi.

Gli alberi rappresentano sempre più una componente essenziale per la qualità di vita nelle aree urbane. Molte metropoli in Italia e nel mondo hanno avviato ambiziosi programmi per la piantagione di milioni di alberi per far fronte alle gravi problematiche dell’inquinamento ambientale e per migliorare la percezione visiva - e quindi psicologica - degli spazi edificati ...

Gli alberi purtroppo – come peraltro qualunque altro elemento posizionato verticalmente, anche opera dell’uomo – possono cadere a terra. Cosa fare? Abbattere tutto? Rinunciare al loro ruolo straordinario a favore delle nostre comunità? Fortunatamente no, la ricerca nel corso degli ultimi decenni nel campo dell’arboricoltura ha permesso di mettere a punto rigorosi protocolli tecnico-scientifici di verifica, oramai comunemente applicati a livello internazionale, sulla stabilità delle piante. Queste procedure consentono di prevedere la propensione allo schianto delle piante e valutare di volta in volta la gestione del rischio per consentire la messa a punto delle soluzioni manutentive più opportune che necessariamente possono prevedere nei casi più gravi – come estrema ratio – l’abbattimento dell’albero stesso.  
Si tratta di procedure specialistiche che vedono per legge la loro esecuzione da parte di professionisti abilitati, quali i Dottori Agronomi e i Dottori Forestali.

In questa prospettiva di ragionevolezza, lungimiranza ed affidamento esclusivo a valutazioni obbligatorie di ordine tecnico-scientifico è doveroso uscire dall’alternativa equivoca e fuorviante tra “abbattere a tappeto SÌ o abbattere NO”, ma abbattere SOLO dove e quando serve, selezionando pianta per pianta per individuare quelle effettivamente compromesse. Questo è l’approccio realmente lungimirante per un verde pubblico di qualità anche delle realtà apparentemente marginali come le piste pedonali e ciclabili periurbane.

Con spirito propositivo e di collaborazione, nell’esclusivo interesse della qualità del verde e dell’ambiente della città di Asti, gli Ordini professionali dei Dottori Agronomi e Dottori forestali della provincia di Asti e degli Ingegneri della provincia di Asti, insieme al Comune di Asti, terranno ad Asti in data 27 ottobre prossimo un momento di studio di alto profilo scientifico sul tema “La gestione idraulico-forestale dei corsi d’acqua minori. Il caso studio del Rio Crosio ad Asti”.
Sulla base anche delle riflessioni che emergeranno dal Convegno e dall’esame del Caso studio saranno fornite agli amministratori – non solo astigiani – ulteriori cognizioni certamente utili per una gestione sempre più valida e qualificata degli ambiti fluviali e del patrimonio arboreo, a vantaggio delle nostre comunità.

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