di Domenico Catrambone*.
Mi rivolgo a lei, Marco Gabusi, Presidente della Provincia, come rappresentante del tavolo tecnico per la riattivazione delle ferrovie locali sospese, che raggruppa molti enti, comitati, istituzioni della provincia di Asti e non solo (l’associazione Unesco, ASP, vari Ordini professionali, associazioni di categoria, Legambiente, Osservatorio del Paesaggio, FAI, Ente Museo Paleontologico di Asti, la Fiab, etc.) ...
{jcomments on}Abbiamo letto le sue dichiarazioni poco favorevoli alla riattivazione della linea ferroviaria Asti - Alba, che ci hanno molto colpito perché fortemente negative non solo sulla possibilità di riavere una linea ferroviaria tra queste due importanti città piemontesi, ma, più in generale, sull’opportunità di dare nuova forza al trasporto pubblico su ferro nei nostri territori.
Nel corso di diverse riunioni, il tavolo tecnico ha verificato, anche grazie ad autorevoli contributi, come la mancanza di un servizio ferroviario efficiente costituisca un grave errore e, soprattutto, un freno per lo sviluppo della nostra terra. È di palese evidenza che, per il trasporto pubblico locale, sia più opportuno utilizzare un mezzo, come il treno, meno inquinante e meno energivoro: maggiormente in grado di offrire un servizio adeguato alle esigenze degli utilizzatori, sia per i minori tempi di percorrenza, che per la maggiore puntualità.
Non è un caso, infatti, che con l’abbandono del trasporto pubblico su ferro si sia verificata una caduta del numero degli utilizzatori del servizio di trasporto pubblico, con il conseguente indirizzo del sistema verso l’utilizzo delle auto private. In queste settimane, la Regione sta esaminando un programma, concordato con le altre Regioni della pianura padana, per limitare le emissioni di gas clima-alteranti ed inquinanti, che potrebbe portare, quasi sicuramente, ad una limitazione del traffico privato. Un efficace trasporto su rotaia sarebbe, ovviamente, uno dei sistemi più corretti per garantire una significativa limitazione delle emissioni.
Non va dimenticato, poi, come ci ha ricordato l’associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato, che la riattivazione della linea ferroviaria Asti - Alba, potrebbe colmare un grave deficit di accessibilità per il turismo nei territori Unesco, riportando il nostro territorio allo stesso livello di altri siti, come, ad esempio, il Douro in Portogallo o l’Engadina in Svizzera, nei quali il treno è il mezzo principale per godere della bellezza o dei significati di quei territori. Molti sindaci dei Comuni in cui il servizio ferroviario è stato sospeso hanno sollecitato le istituzioni perché si adoperassero per la riattivazione della linea, facendosi portavoce di un’esigenza fortemente sentita dagli abitanti dei loro territori.
Siamo perfettamente consci delle difficoltà economiche del momento e della necessità di utilizzare le risorse disponibili nel modo migliore, secondo corrette priorità. Tuttavia, la mancata partecipazione della Provincia di Asti e del Comune di Canelli (il cui ruolo nei territori Unesco è fondamentale) al Protocollo di intesa promosso dall’Assessorato ai Trasporti della nostra Regione, costituirebbe un segnale negativo. L’assessore regionale Balocco ha chiesto che il territorio «si esprima in maniera fortemente unitaria per ottenere il ripristino della linea, attraverso la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa, in cui la Regione si impegna a definire forme di collaborazione istituzionale al fine di ottenere dal Ministero i fondi necessari al ripristino della linea». È indispensabile che la nostra Provincia si unisca alle altre voci del territorio, firmi il Protocollo e partecipi ad una iniziativa sicuramente non semplice, ma utile e necessaria. Se le condizioni economiche non consentiranno tempi brevi per la sua attuazione ce lo diranno le istituzioni chiamate a governare secondo le giuste priorità. Siamo sicuri che, anche tra alcuni anni, la scelta di riavere un trasporto pubblico degno di questo nome nei nostri territori, sarà l’opzione giusta.
*Lettera apparsa su La Stampa Asti il 01/08/2017