di Alessandro Mortarino.
La vigilia di Natale un giovane portalettere ha suonato alla mia porta per recapitarmi una raccomandata con ricevuta di ritorno da parte dell'ASL di Asti a cui, la settimana prima, avevo inviato tramite posta elettronica certificata - a nome del Movimento Stop al Consumo di Territorio e del Forum Salviamo il Paesaggio - una richiesta di accesso ad atti che ritenevamo importanti da conoscere e da divulgare ...
Mentre quietanzavo il ricevimento della missiva, il mio incrollabile candore mi faceva rallegrare per la rapidità della risposta dell'ente sanitario locale e per il suo piacevole riscontro del senso di trasparenza necessario nel rapporto con i cittadini.
Aprivo quindi la busta gialla e estraevo la documentazione: una lettera circostanziata di trasmissione e 3 fogli allegati.
"Un po' poco" pensavo. Ma, evidentemente, gli atti richiesti non devono ancora essere troppo approfonditi.
Strano, dato che ciò che avevamo sollecitato era di poter visionare eventuali deliberazioni che chiarissero le modalità individuate dall'ASL per offrire a titolo oneroso al Comune di Asti i terreni su cui si vorrebbe far edificare l'impianto industriale "cuore" del progetto di teleriscaldamento e, allo stesso tempo, conoscere il responso del consulente - scelto, incaricato e pagato dall'ASL - sulle criticità/opportunità di tale procedimento.
Incrollabile candore ...
Già.
Infatti la missiva dell'ASL (con raccomandata costata 5,10 euro ...) non conteneva una risposta alle nostre richieste. La lettera firmata dal suo Direttore Generale in persona (dottoressa Ida Grossi) ci segnala che questo genere di richieste di "trasparenza pubblica" deve provenire da un soggetto legittimato (ma non dice se i due Movimenti di cittadini lo sono ...) e deve essere rigorosamente presentato previa esplicita motivazione e corredato con la copia fotostatica di un documento di identità oppure sottoscritto in presenza di un dipendente addetto dell'ASL.
I 3 allegati sono, invece, il modulo in bianco (scaricabile anche da web) che deve essere debitamente compilato ed inviato all'ASL per poter far sì che la richiesta venga - per lo meno - valutata.
Morale: l'ASL ha speso qualche euro per dirmi che la nostra richiesta non può essere presa in considerazione poiché non abbiamo seguito le loro procedure.
Una richiesta inviata alla PEC dell'Ente non è sufficiente: la trasparenza i cittadini se la devono, evidentemente, sudare.
Nel frattempo, però, qualche altro cittadino ha già seguito l'iter di domanda suggerito dall'ASL e la risposta è stata "si comunica che la medesima riguarda documenti che non sono oggetto di pubblicazione ai sensi del D.Lgs. n. 33/2013 e, pertanto, non sussistono gli estremi per accogliere l’istanza".
Trasparenza ? Mah ...
Allo stato attuale, quindi, l'unico "atto" formale che ci risulti è una lettera che la dottoressa Grossi ha inviato al Sindaco Brignolo indicando la disponibilità del suo Ente a cedere i terreni a titolo oneroso (modalità e costi da valutare ...): a noi pare, francamente, un po' poco.
E ci auguriamo che l'Assessorato regionale alla Sanità - a cui abbiamo inviato analoga formale richiesta - possa sciogliere qualche laccio ad una "trasparenza" oggi alquanto poco diafana !
Dimenticavo: a oggi, in compenso, l'ASL astigiana non ha ancora risposto alla richiesta formulata da oltre 4 mila cittadini e da diverse associazioni locali di poter concorrere all'acquisto dei terreni per creare un "giardino terapeutico" anzichè una centrale industriale. E metterli poi a disposizione della nostra comunità.
Prima o poi, la risposta arriverà ...