di Alessandro Mortarino.
Novità "sorprendenti" si sono aggiunte questa settimana rispetto a quanto vi avevamo raccontato nella nostra cronaca precedente. Il 16 novembre, infatti, il Comune di Asti ha inviato alla Provincia un nuovo documento formale nel quale comunica la disponibilità dell'ASL di Asti e della Regione Piemonte a «concedere il terreno individuato come sede dell'impianto di trigenerazione finalizzato al servizio dell'ospedale e del servizio pubblico di teleriscaldamento della Città di Asti». Il 2 novembre, però, erano già scaduti i termini stabiliti dalla Provincia ...
Ricordiamo che AEC SpA aveva ottenuto dalla Provincia una (ennesima) proroga di 180 giorni per produrre la documentazione necessaria a risolvere le criticità procedurali esistenti, con un impegno: che «tale documentazione obbligatoria dovrà pervenire, in maniera esaustiva e nelle forme di legge, con congruo anticipo rispetto alla data di conclusione del procedimento e dovrà essere preceduta da comunicazioni periodiche attestanti lo stato di avanzamento delle procedure attivate».
Un impegno puntualmente disatteso da AEC. Il 26 settembre la Provincia sollecitava allora - e, a nostro parere, poteva benissimo risparmiarsi il sollecito - la società AEC a comunicare aggiornamenti.
AEC rispondeva il 28 ottobre (un mese dopo !) informando che le documentazioni necessarie erano quasi pronte. Ecco che il 31 ottobre il Comune, improvvisamente, si attiva chiedendo all'ASL di concedere il terreno. La risposta dell'ASL arriva il 15 novembre e il giorno successivo il Comune lo comunica alla Provincia, a scadenza abbondantemente superata ...
Oggi, quindi, risulta evidente che AEC non ha rispettato nè le modalità richieste dalla Provincia e neppure la scadenza (ulteriore) pattuita. Non solo: ASL parla di «concessione onerosa del terreno», un'area che dovrà quindi ancora essere individuata, frazionata in catasto e definita sotto il profilo del valore.
Non è chiaro chi dovrebbe essere l'acquirente. AEC ? ASP ? Il Comune ?
Nelle sue comunicazioni alla Provincia, è l'ASP il soggetto informato per conoscenza (ma ASP che c'entra, dato che è AEC il soggetto proponente l'impianto di teleriscaldamento ?).
Non viene neppure indicato se questa operazione potrà essere esercitata senza alcuna evidenza pubblica: pare strano che un soggetto chieda di acquistare un'area interna all'ospedale e l'ASL gliela venda direttamente senza prevedere che un bene pubblico possa avere altri acquirenti ...
Quanto altro tempo occorrerà per eseguire tutte queste operazioni ? Il Comune indica «circa 60 giorni» (e sottolineiamo il "circa") e chiede alla Provincia di "pazientare" ancora per questo tempo tecnico strettamente necessario all'espletamento delle procedure.
E aggiunge di «avere ripreso la procedura per la tempestiva (tempestiva ? ndr ...) approvazione della Deliberazione del Consiglio comunale relativa all'espressione del proprio parere favorevole».
Ovviamente tralasciando il dettaglio che l'area dell'ospedale fu donata dal Senatore Penna affinché fosse utilizzata per soli scopi sociali e didattici: difficile pensare che una centrale energetica possa rientrare in queste finalità filantropiche.
La situazione è quindi sempre più intricata e alla Provincia di Asti spetta, ora, il compito di affermare il rispetto di un iter procedurale scaduto senza ombra di dubbio e pertanto da concludere in un solo modo: dire la parola "fine", per la mancanza di rispetto delle richieste formulate.
Non ci sono altre possibilità e sarebbe davvero grave se la Provincia non facesse rispettare le regole da essa stesse stabilite e puntualmente ricordate da Cittadinanzattiva, Legambiente, Osservatorio del Paesaggio, Salviamo il Paesaggio, Stop al Consumo di Territorio, Tempi di Fraternità, Tribunale per i Diritti del Malato, Paolo Montrucchio e oltre 4.000 Cittadini con questa formale richiesta inoltrata nei giorni scorsi alla Provincia:
«Oggetto: "Istanza di autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio di un impianto cogenerazione e di una rete di teleriscaldamento a servizio dell’ospedale Cardinal Massaia e della Città di Asti".
Attraverso il sito della Provincia di Asti apprendiamo gli ultimi sviluppi formali della procedura in oggetto e, in modo altrettanto formale, provvediamo a sollecitare la chiusura della procedura e il diniego di ogni autorizzazione alla società proponente l'impianto, alla luce - in particolare - dei seguenti aspetti:
1. Mancata presentazione da parte di AEC SpA della documentazione necessaria al rilascio dell’autorizzazione unica in argomento entro la scadenza concordata tra le parti, ovvero il 2 Novembre u.s.;
2. Mancata comunicazione periodica da parte di AEC SpA dello stato di avanzamento delle procedure attivate allo scopo di ottenere l'autorizzazione, in palese violazione delle specifiche richieste formulate dalla Provincia di Asti in data 7/6/2016 e accettate da AEC SpA in data 4/7/2016;
3. Ennesima riproposizione da parte di AEC SpA di una richiesta di proroga ulteriore al fine di completare la risoluzione delle criticità agli elementi ostativi al rilascio dell’autorizzazione unica, che è da ritenersi non accettabile essendo già stati concessi ulteriori 180 giorni rispettivamente al Comune di Asti per portare in Consiglio una delibera approvata per ora solo dalla Giunta e all'ASL Asti per definire gli aspetti giuridici relativi alla messa in disponibilità dei terreni.
Attendiamo pertanto immediata conferma della Vostra chiusura del procedimento in oggetto e restiamo in attesa di comunicazione in merito».
Nei prossimi giorni vedremo quali saranno gli esiti di questo "pasticciaccio brutto" e il comportamento della Provincia di Asti che ha in mano tutti gli elementi per non concedere più proroghe né sponde al Comune e ad AEC.
Ma che deve trovare il coraggio e il carattere per fare rispettare regole che, altrimenti, genererebbero corse sfrenate all'imitazione da parte di chiunque nel prossimo futuro.