di Alessandro Mortarino.
Non abbiamo avuto una estate rovente. Ma ad Asti qualcosa di rovente si è registrato ugualmente, e parliamo del dibattito sviluppatosi attorno ad alcuni fatti di discreto rilievo: la decisione dell'amministrazione comunale di chiudere l'esperienza di Asti Musica e di abbattere sei cedri dell’Atlante e tre tigli (oltre a capitozzare drasticamente 84 carpini) durante i lavori al Campo scuola; l'annuncio dell'amministrazione provinciale del bilancio in rosso, che non consentirà questo inverno di gestire lo sgombero neve e di garantire il riscaldamento nelle scuole astigiane ...
Tre fatti distinti, ma con una matrice comune - a ben guardare - che corrisponde alla persistenza di un principio che vede la "politica" mantenere l'idea fissa che i problemi (e le opportunità) vadano gestiti e orientati dall'amministratore di turno e non da un consesso ampio condiviso con la cittadinanza e i suoi stakeholders.
Nel caso delle decimazioni arboree lungo la pista di atletica, la decisione unica è stata assunta dal Super-Assessore Bianchino, senza consultarsi neppure con i tecnici e funzionari delle aree verdi, dunque un'azione dettata dal verbo "Fare", privo di fronzoli. Siamo in attesa di conoscere gli aspetti "tecnici" che hanno dettato la scelta di Bianchino (e che a noi paiono incomprensibili e inconsistenti), perchè è sul "tecnico" che occorre confrontarci e non sul "Fare" fine a sè stesso.
Su Asti Musica citiamo alcune affermazioni del Sindaco Brignolo: «Massimo Cotto sa cosa fare: è il migliore che abbiamo in città, per il ruolo di assessore alla Cultura, quindi la decisione che prenderà lui è sicuramente quella giusta».
E ancora: «Capisco il senso di stanchezza di cui Massimo ha parlato: l’anno scorso ha offerto gratuitamente alla Città il suo patrimonio di cimeli e opere d’arte per farne un museo ed è stato umiliato (esattamente come è avvenuto al Maestro Scassa per gli arazzi) da cinici consiglieri comunali e sedicenti intellettuali di sinistra».
Non commentiamo le affermazioni del Sindaco, non ci pare il caso ...
Di certo resta la necessità di confrontarci sui dati: Asti Musica quest'anno ha raccolto circa 20.000 spettatori nei concerti free e poco più di 2.000 per quelli a pagamento, secondo quanto affermato dall'assessorato alla cultura. Il problema non è, dunque, la risposta degli astigiani all'offerta musicale (che ci pare molto elevata) ma il ritorno economico per le casse pubbliche. Prima di decretare la morte della manifestazione, potremmo discutere di soluzioni e panacee possibili, oppure l'amministratore di turno deciderà (o ha già deciso) per tutti noi di "capitozzare" un evento di incontro vero ?
Sul default della Provincia, alle debolezze della "politica" si assommano quelle del Commissario prefettizio: tutti sapevano delle difficoltà finanziarie, ma nessuno le ha mai paventate nella loro drammatica urgenza. Possibile ?
No, davvero; non è possibile.
Ma quest'inverno farà molto freddo.
Confidiamo in un Autunno Caldo ...