di Alessandro Mortarino.
Il 10 febbraio, durante l'affollatissimo incontro pubblico organizzato dal Movimento Stop al Consumo di Territorio Astigiano dedicato ai progetti "Agrivillage" e "Porte del Monferrato", avevamo ospitato e promosso la proposta del tecnologo alimentare Massimo Longo che invitava a caratterizzare l'edizione del Festival delle Sagre in chiave "Expo 2015", utilizzando materie prime prodotte sul territorio e certificandola come "evento sostenibile" secondo la norma volontaria ISO 20121. La proposta ...
... fu poi illustrata individualmente da Longo al presidente della Camera di Commercio di Asti, Mario Sacco, qualche settimana dopo, riscuotendo le sue attenzioni.
Ma ora siamo quasi alla fine del mese di giugno, il calendario agronomico sta per aprire le porte alla mietitura del grano e nessun Ente pubblico pare essersi attivato per fare tre cose molto semplici, di buon senso, prive di costi: riunire le Pro Loco ad un tavolo di discussione, invitarle ad utilizzare per il Festival 2015 materie prime "made in Asti", valutare la possibilità di percorrere la strada della ISO 20121 per l’organizzazione e la gestione degli eventi in un’ottica di sostenibilità.
Qui trovate i dettagli della proposta formulata in febbraio, che ha lo scopo di stimolare le coltivazioni dedicate da parte degli agricoltori astigiani e dare risalto nazionale ed internazionale alle qualità della manifestazione: https://www.altritasti.it/index.php/asti-e-provincia/1891-arriva-expo-2015-e-asti-puo-giocare-la-sua-carta-vincente
Tra l'altro, proprio nei giorni scorsi, il presidente della Camera di Commercio astigiana ha messo in evidenza il rischio che l'attività promozionale per l'edizione 2014 del Festival delle Sagre veda consistenti "tagli" a causa del previsto dimezzamento del diritto annuale di iscrizione versato dalle imprese all'Ente camerale.
Siamo certi che un percorso di sostenibilità per l'evento consentirebbe ai buoni comunicatori dell'Ente (che di certo non mancano) di utilizzare semplici comunicati stampa per raccogliere l'attenzione dei media e far così fronte ad eventuali limitazioni dei budget promozionali.
Ma ogni progetto necessita, prima, di una volontà: la Camera di Commercio questa volontà la possiede ? E' consapevole della semplice opportunità che questo progetto può soddisfare, sancendo un legame indissolubile tra territorio e offerta agroalimentare ?
Ci auguriamo di sì. Ma ci pare di no.
E attendiamo, pazienti: il tempo stringe e i nostri agricoltori locali attendono indicazioni, che avrebbero ricadute non solo di immagine ma anche di "sostanza" in termini di Pil.
Altrimenti che nessuno ci venga (più) a dire che "bisogna cogliere l'appuntamento con l'Expo 2015". Perchè la nostra risposta sarà "noi ve lo avevamo detto" !