di Mario Malandrone.
Ho assistito a un consiglio comunale (ad Asti) il cui ordine del giorno era incentrato sulla Tassa sui rifiuti per il 2014. Ho visto un arrembaggio del centro destra al 55 % pubblico dell'ASP. Ci si è spostati fin dalle prime battute sul tema dei crediti inesigibili di ASP, evidenziando come dal 2004 al 2009 e poi dal 2009 al 2014, si sia ripetuto un ammontare di 5 milioni di euro di crediti non riscossi. Certo a un uditore che ascolta queste cifre vengono subito delle domande: come è possibile che solo ora questa situazione sia emersa o, meglio, sia emersa negli ultimi anni? Chi sono i debitori? ...
Sono famiglie, condomini, attività commerciali? Perchè il servizio riscossione non ha funzionato? Perchè l'amministratore delegato non ha riferito prima questa situazione? E se lo ha fatto, perchè solo oggi diventa così imbarazzante questo credito?
Sappiamo ormai da anni che le informazioni su ASP sono spesso frammentarie; mesi fa avevamo chiesto all'Assessore alla trasparenza del Comune e alla stessa ASP, maggiore (appunto) trasparenza, maggiori dati, ma sembra che tutto sommato le informazioni su ASP siano sempre difficoltose da riferire.
Fatte queste doverose domande, l'atteggiamento di una parte politica del consiglio comunale pare quanto meno agghiacciante: non solo non ricorda la storia dei rifiuti nell'astigiano, situazione ampiamente compromessa negli anni '90, ma trascura perfino di aver amministrato ASP, trascura anche che l'amministratore delegato è espressione della parte privata, che - a grattare fino in fondo - risulta come principale attore il Gruppo Gavio.
E così, dimenticando una cosa al giorno, parte l'arrembaggio al 55 % pubblico, come fosse quello il problema e come se privatizzando si risolvessero tutti i problemi. Abbiamo memoria delle ricette privatistiche nel nostro paese e sappiamo bene che se il pubblico ha avuto storture, la ricetta salvifica non è privatizzare, ma bensì rendere virtuoso il gestore pubblico.
Rendere virtuoso il gestore pubblico è l'obiettivo che proprio le amministrazioni che si sono succedute hanno mancato, compresa quella parte politica che ora dipinge come doverosa la privatizzazione. Perchè nessuna proposta dai banchi del centro destra è emersa per migliorare ASP, un po' come quei padri di famiglia che dopo aver gestito in modo approssimato il bilancio famigliare o non averlo controllato a dovere, senza porvi rimedio decidono di vendere casa e terreni per poter in qualche modo stare tranquilli.
Ma è solo questa esigenza a muovere quella parte politica? Sono ancora affezionati a una politica privatistica di cui l'economia mondiale e i servizi nel nostro paese pagano le conseguenze? Quali ASPettattive si nascondono dietro simili attacchi? Vi sono ASPirazioni di parte dei soci privati?
Perchè, in fondo, quando un socio si dimostra debole, costui da migliore amico può spesso divenire il peggior nemico, è una semplice regola di mercato. Bene hanno fatto alcuni consiglieri (Bosia, Giargia e Pensabene) a rimarcare il ruolo pubblico di ASP.
Per anni la società civile della nostra città si è battuta per una ripubblicizzazione dell'acqua e della gestione rifiuti. Il Popolo italiano, con un referendum, ha sancito che l'acqua deve avere una gestione pubblica, alcuni politici a questa indicazione proprio non si rassegnano, ma vi è un dovere morale a rendere pubblici servizi come l'acqua e la gestione dei rifiuti: è l'unica ASPettativa e ASPirazione in cui crediamo, perchè su questi temi non si può - ed è pericoloso - privatizzare.
Su queste tematiche il massimizzare i profitti si scontra con i diritti e la salvaguardia dell'ambiente ...
Il popolo ha già rispedito più volte al mittente ASPirazioni privatistiche, ci ASPettiamo una politica che tuteli i Beni Comuni, che vuol dire anche far chiarezza su inefficienze e responsabilità, ma che non mette in vendita l'acqua e la gestione dell'ambiente.