Ma che cos'è un Piano Regolatore Comunale?



di Alessandro Mortarino.


La sorpresa maggiore riservataci dalle (tante) persone che si sono fermate ai primi nostri banchetti pubblici per la raccolta firme alla petizione di richiesta di un nuovo Piano Regolatore per la città di Asti non è stata l'attenzione mostrata da cittadini di ogni ceto ed età quanto la domanda che molti di loro ci hanno rivolto, con un po' di pudore: "ma che cos'è un Piano Regolatore ?". Già, proprio così. Noi ci eravamo preparati per tentare di spiegare il significato di una pianificazione del territorio, citare dati sul consumo di suolo, sull'abbondante presenza di abitazioni e capannoni vuoti, sul ridotto incremento demografico negli ultimi 30 anni. Meno preparati eravamo per la domanda più semplice, da autentico abc ...

Passato lo sbigottimento iniziale, dopo una, due, tre, quattro identiche domande, abbiamo capito che il nostro approccio doveva essere differente e partire proprio dalla comprensione della primaria valenza dello strumento "Piano Regolatore" per la quotidiana vivibilità e convivenza nella nostra comunità. Partire dalla scuola primaria, insomma, e non dall'università !

E allora abbiamo iniziato pazientemente a spiegare che un Piano Regolatore è uno degli atti più importanti che riguardano la vita di una comunità, qualunque sia la sua dimensione (città grande, media o piccolo comune). Un atto di pianificazione territoriale, con il quale un Comune disciplina l'utilizzo e la trasformazione del suo territorio e delle relative risorse.

Nell'immediato dopoguerra poteva essere "normale" che qualunque Piano Regolatore prevedesse aree (molte) di espansione edilizia per offrire case e strutture produttive sufficienti alla enorme domanda esistente in un paese distrutto e da ricostruire. Oggi non è più così: le abitazioni vuote o sfitte e i capannoni abbandonati sono tanti e ben visibili, dunque sarebbe ora che una corretta pianificazione valutasse quali sono i reali bisogni dell'intera comunità e si preoccupasse di favorire il riuso di quell'ampio stock oggi non utilizzato, senza consentire nuove costruzioni e nuovo cemento al posto di superfici verdi o, almeno, libere.

Ma oggi un Piano Regolatore non è l'espressione della volontà dei cittadini (tutti); spetta alla Pubblica Amministrazione comunale, cioè alla giunta e al Sindaco, predisporre una pianificazione che preveda le caratteristiche di sviluppo della popolazione e dell'economia sul territorio comunale e, in base a questi dati, fornisca le linee guida (un piano strategico e un bilancio preventivo) per la realizzazione delle opere pubbliche a servizio dell'intera società e per gli interventi dei privati, a loro servizio esclusivo.

Un lavoro tecnico e da tecnici. Ma alla base di questa elaborazione tecnica, ci sono i dati reali (storici, demografici e del costruito inutilizzato) e una valutazione "politica" che, in giorni così travagliati come quelli odierni (in termini tanto sociali quanto economici) non può essere solo il frutto di un decisionismo dell'amministrazione di volta in volta in carica, ma deve prevedere la partecipazione di tutti.
Insomma: un Piano Regolatore non è un atto amministrativo "qualunque", ma uno strumento primario e di grande contenuto politico.
La cui definizione riguarda, appunto, tutti i cittadini, nessuno escluso.

"Già, ma noi non siamo degli Architetti", ci hanno risposto in tanti. Certo che non tutti sono Architetti, ma ognuno è cittadino, coabitante, attore della socialità di un luogo. E ognuno può capire quali trasformazioni avverranno sotto i suoi piedi, sempre che gli amministratori abbiano voglia di spiegarglielo.
Ecco perchè richiedere una revisione del vigente Piano Regolatore è un atto culturale ma soprattutto "politico", dove per "politico" si intenda "della polis", della città, della comunità dei cittadini, per il bene di tutti.
Nessuno escluso.

"Mi avete convinto, dove devo firmare ?". Ma noi non la vogliamo convincere, vorremmo che da domani la discussione di un nuovo Piano Regolatore la vedesse in prima fila ad esprimere il suo punto di vista su una decisione che la riguarda da vicino, come quando nella sua famiglia si deve decidere l'acquisto di una nuova automobile, il luogo in cui trascorrere le vacanze estive, la scuola in cui iscrivere il figlio dopo la terza media, il medico specialista a cui rivolgersi per un consulto urgente.
Fareste decidere il vostro vicino di casa ? ...

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Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino