di Alessandro Mortarino.
Se a Settembre mi ero permesso di commentare (in tono critico-costruttivo) l'appello troppo generalista di Movimenti, Partiti e singoli elettori per un patto unitario del centro-sinistra in vista delle prossime amministrative cittadine di Asti, credo che ora - per naturale par condicio - non possa sottrarmi dal commentare le "strane Primarie" decise per nominare il candidato a Sindaco. Del centro-sinistra ? Mi domanderete ... No, non proprio: le Primarie di Asti sono le Primarie di Asti; dunque qui le Primarie del centro-sinistra sono, in realtà, le semplici Primarie di una parte del centro-sinistra, di una parte dei Partiti del centro-sinistra ...
Infatti c'è un qui pro quo che è bene mettere in risalto: queste Primarie sono state proposte da un Partito (il PD) ed accettate da Sel, IdV e dalla lista civica (attualmente rappresentata in consiglio comunale) Uniti per le Frazioni. Ovvero una parte del centro-sinistra, mancando almeno Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra (mi verrebbe da dire anche l'arcipelago verde, il Movimento 5 Stelle ...).
E' bene sottolinearlo, per non fare confusione.
Il centro-sinistra, insomma, non si avventura in un bagno di democrazia e il possibile Sindaco non sarà l'univoca opzione del centro-sinistra espressa dai votanti "dal basso".
Sarà il candidato di una parte, il candidato di qualche segreteria di Partito.
Diciamocelo.
I quattro candidati (Brignolo, Pasta, Campaner, Anna Bosia) sono quattro ottime persone; ma rappresentano davvero tutta la voglia di alternativa dell'elettorato di centro-sinistra di Asti ?
E i Movimenti, dove sono finiti ? L'agenda politica, quella che suggerisce imperativi e programmi, terrà conto delle loro istanze ancora non palesemente espresse ?
Mi chiedo se non sarebbe stato meglio aprire la porta di qualche stanza chiusa e far fluire una ventata di aria nuova. Perchè sento dire da molti: "dovevano fare le Primarie del centro-sinistra, con diversi candidati dotati di programmi per permettere una scelta ponderata" ...
Le Primarie dell'intero centro-sinistra avrebbero consentito (a mio modesto parere) di mettere in campo idee, risorse, contenuti, proposte. I candidati avrebbero potuto essere più di quattro, magari con soggetti espressi dalle associazioni, dal volontariato, dai Movimenti, da chi fa politica abitualmente senza fare "la politica", quella dei/nei Partiti.
E non ci sarebbe stato nulla di male: a meno che il pluralismo non sia un pericolo per la democrazia.
Sbaglio ?
E se non sbaglio: c'è ancora tempo - e voglia - per cambiare strada e dare morale ad una cittadinanzattiva perplessa e frastornata, come il silenzio di questi giorni mi pare dimostri senza ombra di dubbio ?