5 anni della Rete Welcoming Asti

di Domenico Massano.

Sabato 27 giugno il racconto a più voci dei primi cinque anni della Rete Welcoming Asti, ricchi di iniziative ed incontri, ha aperto il festival “Senza perdere la tenerezza”, quest’anno dedicato alla figura di Don Milani nel centenario della sua nascita.
Il cammino della Rete Welcoming Asti nacque nel giugno del 2018 nel corso della raccolta firme per l’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) “Welcoming Europe”, quando diverse persone, enti e associazioni dell’astigiano condivisero un percorso umanamente intenso e arricchente, che permise di approfondire legami di reciproca conoscenza e apprezzamento, pur nel rispetto delle specificità e differenze di tutti. Al termine della raccolta firme si decise, quindi, di dar seguito a questa esperienza positiva di un “fare rete” che non aveva significato indebolire le rispettive identità e sensibilità, ma che aveva, piuttosto, permesso di intraprendere un cammino comune ed aperto, fondato sul dialogo e sulla condivisione di valori e speranze...

Si costituì, così, la Rete Welcoming Asti con l’intento di dare continuità e di valorizzare questa esperienza di una “rete” costruita dal basso, fatta di persone, idee, azioni e organizzazioni che nel corso di questi 5 anni hanno camminato insieme e che hanno partecipato e/o sono intervenute all’appuntamento di sabato mattina: Acli, Migrantes, Amnesty International, Noix de Kola, ANPI, Coordinamento Asti Est, Caritas, Agedo, Centro Missionario, Libera, Find the Cure, Ananse, Asti Cambia, Tempi di fraternità, CGIL, Cooperativa la Rava e la Fava, Altritasti, …

Diversi contributi hanno rimarcato l’importanza di questa esperienza per il suo valore aggregatore e per esser stata occasione di aprirsi ed intrecciare relazioni trasversali e generative, che spesso hanno anche permesso di implementare le diverse attività portate avanti. È stato, inoltre, sottolineata l’importanza di essere presidio (aperto a singoli ed associazioni) e testimonianza di alcuni valori e principi (pace, dialogo, solidarietà, nonviolenza, …) spesso ignorati e/o manipolati, quando non messi sotto attacco. Sono arrivate anche alcune sollecitazioni e proposte di cui tenere conto nel proseguire, in modo sempre più ampio e partecipato, il cammino.

Un cammino che sicuramente andrà avanti con incontri ed iniziative, orientato da valori condivisi e animato da un metodo partecipativo che mette al centro il dialogo e l’apertura per il raggiungimento di quelle che nell’incipit del manifesto costitutivo della Rete W.A. erano individuate come le sue finalità e che mantengono intatta tutta la loro importanza ed urgenza: “Di fronte all’avanzare di un’idea di società chiusa, fondata sulla paura, sulla discriminazione e sui razzismi, crediamo che sia fondamentale affermare un diverso e alternativo modello di società, più equo ed umano, fondato sulla pace e sulla giustizia sociale, sull’accoglienza e sulla solidarietà, sull’universalità dei diritti e sulla dignità di ogni persona, sul rispetto dell’ambiente e sulla crescita della coesione sociale […]”.

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