di Marinella Correggia.
Il terremoto più violento della storia recente, dodici anni di guerra, sanzioni occidentali rafforzate, ipocrisia di tanti governi. Un mortale quadrilatero unico al mondo che si può riassumere in una parola: Siria.
Il sisma violentissimo del 6 febbraio ha portato migliaia di morti, feriti, amputati, oltre a masse di nuovi senzatetto e poveri assoluti nella nazione siriana, come in quella turca. Ma la Siria era già martirizzata, devastata, impoverita da dodici anni di inferno bellico alimentato per procura dai paesi occidentali, da alcune monarchie del Golfo e dal turco Erdogan (le cui truppe tuttora occupano regioni siriane cruciali)...
Sale sulle ferite, le sanzioni occidentali alla Siria, peggiorate negli ultimi anni, rendono il soccorso alle vittime molto più difficile. Lo riassumono efficacemente, dal monastero di Azer, le trappiste siriane nel loro pressante appello: senza le sanzioni «oggi ci sarebbero più mezzi per scavare nelle macerie, e salvare ancora qualcuno. Ci sarebbero ospedali più attrezzati, farmacie fornite. Più case capaci di accogliere i rifugiati, ci sarebbero anche qui più persone con lavoro e risorse per aiutare i propri fratelli. E anche nelle zone non troppo colpite c’è tanta gente che ha bisogno, che muore di fame, oggi come ieri, perché la fame, l’incapacità di far fronte alle malattie per il costo dei medicinali e tutto il resto esistevano anche prima di questo 6 febbraio» (https://oraprosiria.blogspot.com/2023/02/appello-pressante-dalle-trappiste.html). Naturalmente lo hanno ribadito la Mezzaluna rossa siriana e i vigili del fuoco, fra gli altri: i volontari sono tanti ma pochi sono i mezzi e le attrezzature.
E infine l’ipocrisia: l’Ue ha dichiarato solidarietà anche alla popolazione siriana e sostenuto di stare piangendo con le famiglie delle vittime, in realtà convoglia gli aiuti sulla Turchia e non ha fatto nemmeno la minima mossa per togliere le sanzioni, malgrado il pronunciamento, pre-terremoto (scorso novembre), della stessa rapporteur delle Nazioni unite, la giurista bielorussa Alena Douhan, sugli effetti delle misure coercitive unilaterali (https://www.ohchr.org/en/node/104160).
Formalmente le misure Usa e Ue sarebbero dirette contro il governo siriano. Ma è appunto ipocrisia. Coinvolgono infatti società, aziende, imprenditori, includono un embargo sulle importazioni di petrolio, restrizioni su investimenti, congelamento dei beni della banca nazionale siriana nell’Ue, restrizioni creditizie varie. Tutto questo in un paese distrutto e occupato, la cui ricostruzione e rinascita è impedita. E adesso sono impediti anche i salvataggi e l’assistenza. Fortunatamente diversi paesi non occidentali si sono dati da fare e inviano assistenza. Ma domani?
Qui dunque un primo impegno ci chiama: tornare a lottare per le fine delle sanzioni, magari a cominciare dall’Italia, sempre succube dell’atlantismo.
E poi il nostro sostegno concreto, finanziario, non deve mancare. A causa delle sanzioni Usa e Ue, è impossibile anche mandare direttamente in Siria qualche somma di denaro a titolo di aiuto. Nemmeno Western Union o Moneygram lo permettono più. Per fortuna i modi si trovano.
Da tempo il CIVG sostiene varie realtà in Siria e fra queste la Syrian Democratic Youth Union (Unione della Gioventù Democratica Siriana), i cui volontari sono al lavoro ad Aleppo. Così, oltre alle istituzioni religiose, dalle trappiste all’ospedale st. Louis ad Aleppo alle parrocchie (riferimenti su https://oraprosiria.blogspot.com/), è possibile sostenere quei giovani.
SOS Siria/CIVG Italia da 11 anni ha attivato numerosi Progetti di Solidarietà concreta con realtà popolari locali; da una di queste, appunto l’Unione della Gioventù Siriana Democratica, ha ora ricevuto un appello a cui hanno pienamente aderito, tanto da lanciare una campagna di iniziative, per questa e le altre situazioni in Siria con cui sono collegati. Per sostenere l'iniziativa:
INTESA SANPAOLO - Conto corrente n° 115513
IBAN: IT30M0306909606100000115513 - BIC:BCITITMM
PER: S.O.S. Yugoslavia-ODV
causale: “Campagna SOS Siria”.