di Tonio Dell'Olio.
È tutto così surreale! Aderisco e partecipo alla manifestazione per la pace di sabato 5 novembre. So bene che a convocarla è un soggetto ben preciso che si chiama "Europe for peace" e vedo tanta gente che arriva senza insegne, senza bandiere e senza appartenenze.
Vedo famiglie coi bambini e tanti giovani, vedo striscioni e bandiere che richiamano altri drammi oltre quello dell'Ucraina. Le donne iraniane che vivono in Italia, i gruppi pro Palestina e poi le bandiere delle 600 (dico seicento) associazioni che hanno aderito. Un mosaico bellissimo animato dal desiderio della pace...
Quando si dice che eravamo 100mila non si gonfia il dato della Questura ma semplicemente si constata che Piazza San Giovanni non riesce a contenere tutti.
Leggo i giornali del giorno dopo e assisto a una metamorfosi indecorosa della realtà. Quella a cui ho partecipato diventa la manifestazione di Letta e Conte, contrapposta a quella di Calenda e Renzi a Milano.
E non credo lo facciano per "buttarla in politica" ma semplicemente perché manca la sensibilità e la lente focale per capire che gli italiani semplicemente non vogliono né la guerra, né le armi per risolvere i conflitti.
Eppure sarebbe bastato ascoltare anche solo uno dei discorsi dal palco dove gli esponenti di partito non hanno preso la parola e non avrebbero detto cose più vere degli hibakusha giapponesi, degli obiettori russi e ucraini, delle donne dell'Iran e dei rappresentanti delle associazioni che sostengono la nonviolenza.