Se vuoi la pace non preparare la guerra

di Alessandro Mortarino.

L'Unione Europea ha deciso di finanziare l'acquisto di armamenti militari da inviare con urgenza al popolo ucraino. La decisione è stata annunciata contemporaneamente all'avvio del tavolo di trattative tra Russia e Ucraina. A quel tavolo si è lasciato che sedessero solo i due paesi in conflitto ("cani e gatti"), senza mediatori: non l'ONU, non personalità pacifiste. Nessun altro. Il Parlamento italiano ha approvato la proposta del Governo di inviare armi, missili ed equipaggiamenti al popolo ucraino. Prima erano state decise, a livello continentale europeo, dure sanzioni economico-finanziarie contro la Russia e i suoi vertici. La brace della guerra, dunque, si pensa di poterla soffocare facendo leva sulla forza militare e sul deterrente economico. Nel mio piccolo, penso che sia la peggiore risposta che si potesse immaginare...

La stampa internazionale continua a mostrare giovani, donne, anziani intenti - a Kiev come nelle principali città ucraine - a preparare bombe molotov. Giusto reagire, giusto preparare la resistenza, ma il prezzo sarà solo morte e distruzione.

Occhio per occhio rende il mondo cieco, diceva il Mahatma Gandhi.

Invece dei muscoli si dovrebbe mostrare l'unico muscolo utile in queste tragiche situazioni: il cuore.
Immagino tutti gli ucraini rinunciare alle armi, alle molotov, alla strenue difesa e uscire dalle città, tenendosi per mano. Tutti. Un cordone infinito di persone che cammina verso il confine. A loro si uniscono il Papa, il Pope, il Dalai Lama, il Rabbino, l'Imam. Il Segretario Generale dell'Onu, i presidenti di tutte le nazioni.
Quanti aerei avrebbero il coraggio di sorvolarli e sganciare le loro armi?

Si vis pacem, para bellum. Anche i Latini sbagliarono.

E oggi noi non lo abbiamo ancora compreso.

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