70 anni di NATO bastano...

Dal 2 febbraio potranno tornare gli euromissili che il movimento disarmista aveva fatto rimuovere con le lotte degli anni ’80. Mobilitiamoci in occasione della giornata internazionale del 4 aprile contro le basi Usa e Nato!

Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare che potrebbe condurre alla fine della civiltà umana” ha affermato il presidente russo Putin nella conferenza stampa di fine anno, in cui conferma la sua consapevolezza che l'apocalisse atomica potrebbe essere scatenata persino per caso o per errore...


E questo anche per due nuovi elementi. Il primo, è rappresentato dalla “tendenza ad abbassare la soglia per l’uso di armi nucleari, creando cariche nucleari tattiche a basso impatto che possono portare a un disastro nucleare globale.
Purtroppo, a questa categoria, appartengono le nuove bombe nucleari, B61-12 che il prossimo anno gli USA piazzeranno in Italia , in sostituzione di una settantina di vecchie ogive atomiche. L’altro pericolo viene dalla “disintegrazione del sistema internazionale di controllo degli armamenti,” espresso dal ritiro degli USA dal Trattato INF (1987) che permette a Trump di schierare in Europa missili a raggio intermedio con base a terra. Ora il nostro governo ha approvato in sede NATO tale piano e ha dato la disponibilità a installarli in Italia come quelli che erano stati installati a Comiso negli anni ’80. L’amministrazione Trump ha fissato la scadenza del 2 febbraio come ultimatum alla Russia per recedere dalle sue presunte violazioni, quindi da quel momento in poi si ritiene svincolata dal patto. Sottolineamolo ancora: in Italia (e in Europa) possono tornare, in teoria ed in pratica,  i Cruise di Comiso montati sui TEL (anche se non alla base di Comiso che è stata formalmente ceduta all’amministrazione civile).

E’ ormai in atto una vera corsa fra USA e Russia al riarmo nucleare, trainata dalla superpotenza americana, che già con Obama ed ora con Trump, ha messo a disposizione oltre mille miliardi di dollari per modernizzare il suo arsenale atomico. Trump, che nel nel 2017 ha speso un’enorme cifra in armi, ben 660 miliardi di dollari, sta sferzando i suoi alleati europei perché tutti investano in armi almeno il 2% del PIL. Se l’Italia obbedisse agli ordini di Trump spenderebbe cento milioni di euro al giorno in armi (già oggi ne spende settanta milioni al giorno!). La Russia sta tentando di tenere testa agli USA (Putin ha appena annunciato di aver testato il nuovo missile intercontinentale ipersonico!). Si è messa in pista anche la Cina, che nel 2017 ha speso ben 228 miliardi di dollari in difesa.  La corsa agli armamenti senza freni ci pone davanti ad un enorme apparato distruttivo di 15.000 bombe atomiche a disposizione dei militari che si estende anche ai nuovi mezzi della guerra elettronica, automatizzata, dronizzata, satellitare e spaziale (ricordiamo il sistema MUOS che ha una delle sue basi a Niscemi). E' una follia collettiva: nel 2017 abbiamo raggiunto a livello planetario l’astronomica cifra di 1.739 miliardi di dollari, pari a oltre 4,5 miliardi di dollari che spendiamo ogni giorno in armi. Abbiamo ammassato una polveriera che potrebbe scoppiarci fra le mani. Gli scienziati dell’Orologio dell’Apocalisse a New York hanno puntato l’orologio a due minuti dalla mezzanotte. Il loro è un allarme che mette insieme, quali spade di Damocle pendenti contro la sopravvivenza dell’umanità, la minaccia nucleare e la minaccia climatica, che hanno intrecci ed interdipendenze reciproche.

Di fronte a questo pauroso scenario di militarizzazione incombente, di tendenza delle crisi e delle guerre ad estendersi e generalizzarsi, nella qualità di attivisti contrari ad ogni forma di guerra, di donne e uomini gravemente preoccupati per la letargia dei cittadini italiani, invitiamo il movimento per la pace, che vediamo alquanto distratto e disunito, a mobilitarsi, con il cuore ma anche con intelligenza strategica, per un mondo che superi le strutture della violenza e del'oppressione. Dobbiamo cercare l'alleanza con i movimenti per la giustizia sociale ed ambientale, con quanti si battono contro le grandi opere nocive e per la salvaguardia del Pianeta.

Una occasione di crescita politica ed organizzativa è la giornata di mobilitazione internazionale contro le basi USA e NATO lanciata per il 4 aprile 2019, 70ennale della firma a Washinton del Trattato Nord Atlantico, dall’incontro internazionale svoltosi a Dublino lo scorso novembre, presenti realtà di lotta di 35 nazioni dai cinque continenti. Esortiamo ogni realtà di base a fare propria questa scadenza e a unirsi per informare in modo diffuso la popolazione: chiediamo insieme le ragioni per cui, in Italia, questo governo, stando ad una analisi dei fatti scevra da ogni pregiudizio, attua una politica in perfetta continuità con quelli precedenti del PD e di Forza Italia.

 Esigiamo, per cominciare, una serie di provvedimenti molto concreti:

- non si prosegua l’acquisto degli F-35 e si riducano in modo consistente le spese militari

- non si piazzino a Ghedi e Aviano le nuove bombe nucleari B61-12

- non siano collocati in Italia nuovi missili "atomici" a causa della "condivisione nucleare NATO"

-  non si continuino a vendere le bombe all’Arabia Saudita

- non si continui a consentire l’uso delle basi statunitensi in Italia per la guerra in Siria e Yemen ed in generale per tutte le guerre in Medio Oriente

- i soldati italiani lascino al più presto l’Afghanistan e tutte le altre missioni di guerra

- l’Italia firmi e ratifichi il Trattato ONU per l’abolizione degli ordigni nucleari

-  si chiudano le basi e le istallazioni USA e NATO in Italia e le si riconverta a uso civile.

Questo ultimo punto fa riferimento ad ampliamenti e potenziamenti di strutture militari in corso che stanno investendo tutta la penisola, da Ghedi, a Vicenza, a Camp Derby, in Sicilia, in Sardegna, a Napoli (tra gli 11 porti arischio nucleare dove attraccano portaerei e sommergibili USA a propulsione atomica).

Mettiamoci insieme, credenti e non, per un impegno serio contro la folle corsa agli armamenti, soprattutto nucleari, foriera di nuove e micidiali guerre.
Che il 2019 sia un anno di mobilitazione popolare per la Pace e che il supporto alla giornata internazionale del 4 aprile faccia parte di un percorso di rilancio di azioni e iniziative di base con la consapevole capacità di affrontare la dimensione globale dei problemi!

Per firmare la petizione: https://www.petizioni24.com/4_aprile_contro_gli_euromissili

Primi firmatari:

Alex Zanotelli - missionario comboniano

info Alfonso Navarra Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. cell. 340-0736871

www.disarmistiesigenti.org

Giuseppe Padovano (Comitato No Guerra No NATO)

Giovanna Pagani - Antonia Sani (WILPF Italia)

Vincenzo Miliucci (Confederazione COBAS)

Enrico Gagliano (Abruzzo Beni Comuni)

Alessandro Marescotti (Peacelink)

Luigi Mosca - Armes Nuclèaires STOP

Franco Dinelli (Pax Christi)

Lidia Menapace (ANPI nazionale)

Antonio Mazzeo

Alfonso Di Stefano (Comitato NoMuos/NoSigonella- Catania)

Francesco Lo Cascio (MIR Italia)

Ennio La Malfa - Oliviero Sorbini (Accademia Kronos)

Giuseppe Farinella (Il Sole di Parigi)

Laura Tussi - Fabrizio Cracolici - Campagna Siamo tutti premi Nobel per la pace con ICAN

https://www.youtube.com/channel/UCFWikKgRr7k21bXHX3GzE9A

Giuseppe Natale -

Giovanni Sarubbi (il Dialogo)

Adriano Ciccioni (Città Verde)

Massimo Aliprandini (Lega Obiettori di Coscienza)

Giuseppe Marazzi (Campagna OSM-DPN)

Vittorio Pallotti (Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale- CDMPI)

Pola Natali Cassola (Lega per il disarmo unilaterale)

Angelo Gaccione (Odissea)

Marino Severini (Gang)

Renato Franchi (Orchestrina del Suonatore Jones)

Claudia Pinelli - Silvia Pinelli

Tiziana Pesce

Daniele Biacchessi

Tiziano Cardosi

Patrick Boylan - Marco Palombo (Roma No War)

Vittorio Agnoletto

Filippo Bianchetti -

Roberto Maggetto - Ciclo Officina Popolare Venezia

Angelo Baracca

Jeff Hoffman

Fabio Strazzeri

Isabella Horn (Fucina della nonviolenza - Firenze)

Paolo Limonta

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