Musica come atto di giustizia e dignità sociale

di Amath Fall*.

Sempre come parte del suo programma "Segni particolari: Migrante", lo scorso mercoledì 11 aprile, l'associazione Noix de Kola ha fatto ancora vibrare il cinema Lumière di Asti con la proiezione di un altro film che ha nuovamente catturato il pubblico. Si tratta di "They Will Have to Kill us First": musica maliana in esilio ...

Sono le storie di Songhoys Blues e di altri musicisti maliani che non si arrendono alle violenze e alla repressione culturale degli jihadisti e, anzi, rispondono colpo su colpo con la potenza delle loro canzoni.

Per capire meglio la storia raccontata da questo film, dobbiamo prima conoscere le origini della crisi che sta alla base: tensioni tra il nord (Timbuktu, Gao, Kidal ...) e il sud (Bamako, capitale del Mali, che risale addirittura all'indipendenza del paese, cioè il 1960.
La maggior parte dei gruppi etnici neri sedentari vivono nel fertile sud (circa il 90% della popolazione), mentre la regione del desertico nord è tradizionalmente popolata da tribù nomadi, composte da arabi e, in particolare, dai Tuareg del deserto del Sahel, che nel 1963 auspicarono la creazione di una nazione tuareg indipendente sfociata in una ribellione organizzata dal Movimento di Liberazione Nazionale di Azawad (MNLA). Che fu, però, di breve durata, per la dura risposta militare del nuovo governo del Mali.

Nel mese di agosto 2011, dopo la caduta della guida libica Gheddafi, le milizie Tuareg ritornarono nel nord del Mali con le armi pesanti e si unirono ai ranghi degli islamisti, inseguiti come in Algeria; lì si stabilirono sotto l'egida del bin Laden AQIM (al Qaeda nel Maghreb islamico), sostenendo la lotta del MNLA.

Il 17 gennaio 2012, l'MNLA (diventato nel frattempo organizzato, numeroso e forte), scatena un'insurrezione tuareg destinata a ottenere l'indipendenza dell'Azawad, che in poche settimane si impadronisce delle grandi città del Nord: Timbuktu, Kidal, Gao ...

Nel mese di giugno, il Nord diviene soggetto a Sharia (la legge islamica) e gli islamisti iniziano a distruggere tutte le eredità culturali del paese, costringendo all'esilio tutti i musicisti, tra cui Songhoy Blues Group e molti altri.
Queste persone, attraverso la loro musica, avviano un progetto per il ritorno nel nord del Mali grazie, in particolare, alla determinazione di una cantante di nome "Khaira", in esilio a Bamako fin dai tempi dei disordini: è la prima cantante ad avere deciso di fare ritorno a nord per organizzare un concerto di "riconciliazione", in una zona controllata dagli jihadisti. Un atto di vero coraggio che ha dato i suoi frutti: il concerto è stato un successo ed ha provocato il ritorno di diversi cantanti che avevano lasciato la zona.
Il Mali è un paese molto ricco sotto il profilo culturale e attraverso la sua musica è riuscito a conciliare i diversi gruppi etnici.

Un grande ringraziamento, quindi, all'Associazione Noix de Kola per questo ennesimo dono di conoscenza e di bellezza. E il 18 aprile ricordiamoci che ci sarà ancora un'ultima proiezione al cinema "Lumière" di questo ciclo: da non perdere !

*Amath Fall è nato nel 1981 a Rufisque, vicino à Dakar. E' laureato in giornalismo; quando viveva ancora in Senegal un suo articolo provocò l'irritazione del governo che cercò di metterlo in prigione.
E' arrivato in Italia nel luglio dello scorso anno, in asilo politico temporaneo.
Il suo obiettivo è di aiutare e sostenere una giusta cultura riguardo al tema e alla tutela degli immigrati.

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