di Michele Boato, per Lista Civica italiana.
Parigi è stato certo un attacco bellico, ma è soprattutto una trappola, una provocazione che vuole trascinarci nella logica della guerra e della violenza. Non dobbiamo caderci, nemmeno quando questa logica di guerra sembra legittimata da motivi di "difesa", e si propone con la divisa di uno esercito legale, di uno stato democratico e con la forza di un qualche "diritto" di violenza internazionale legalizzata ...
Una risposta vera alla violenza non potrà mai essere altra violenza, nemmeno quando il bombardamento fosse "chirurugico", solo sui "cattivi", e legalizzato dalla copertura di qualche consesso internazionale che si sostituisce all'ONU: è la logica dello scontro di INCIVILTA', che forse piacerebbe anche a più di qualche concittadino.
La risposta risolutiva alla violenza non può che essere il diritto e la nonviolenza; il rispetto della vita e dei diritti umani di ciascuno, sempre e ovunque.
Non possiamo dismettere, men che meno in questi momenti, la logica della legalità e dei diritti umani, del dialogo, dell'ascolto, dell'impegno nella costruzione di un progetto comune tra popoli culture religioni pensieri diversi.
E' la logica del Tavolo tunisino, recente Nobel della pace; è la bellissima logica delle centinaia di migliaia di giovani di tutte le etnie e religioni che, nei siti web di dialogo nonviolento (http://www.yallanewmediapeace.com, http://www.ispeacepossible e molti altri), attraversando le frontiere dei paesi del Medio oriente, in questi anni e giorni, anche in mezzo alle bombe, cominciano, prima nel web, poi anche incontrandosi direttamente, a dialogare, ascoltarsi, capirsi nelle diverse ragioni, a studiare insieme un futuro diverso, al di fuori delle proprie bandiere ed appartenenze, nei quali altri li vorrebbero rinchiudere.
E' una enorme foresta che, dal basso dai popoli (e senza l'appoggio delle rispettive bandiere e divise) sta cominciando a crescere, nella quale già scorre la linfa per un nuovo e diverso futuro in cui il confronto sia sempre "normalmente civile" e non più militare.
Qualsiasi altra risposta sarà illusoria e finirà con l'alimentare ulteriori escalation di violenza.
La soluzione vera alla pazzia terroristica e bellicista non può che essere togliere la linfa della violenza e della rabbia che la alimenta.
Impegniamoci di più, a fondo, con risorse finanziarie, umane, tecniche, iniziative interne e internazionali a sviluppare quelle nuove società civili, quei dialoghi, quelle nuove civiltà.
Continuare sulla strada dei bombardamenti, delle nuove armi, di nuovi droni. non farà che peggiorare e comunque allontanare nel tempo la soluzione dei problemi.
L'ISIS e la pazza violenza che sta catalizzando a scala internazionale è il frutto diretto della guerra dell'IRAQ, della devastazione di quella complessa società, portata dall'attacco bellico della irresponsabile coalizione internazionale del 2003.
Cambiamo logica, anche nell'attività e nella pratica di politica estera del nostro paese.