A cura del Partito democratico di Asti e provincia.
Con grande preoccupazione, abbiamo appreso che IREN ha deciso che dal 1 luglio il suo servizio call-center verrà gestito dalla Tecnocall e dalla Mediacom e tolto, dopo anni, alla Konecta (ex Comdata).
Questa decisione interessa da vicino Asti e il suo territorio, infatti 123 lavoratori (dei 130) impiegati da quella commessa lavorano nella sede astigiana di Konecta, in Corso Alessandria. Proprio la commessa Iren era la più importante per Konecta, seconda solo a quella Edison...
La Ex Comdata con i suoi 500 lavoratori impiegati nella sede di Asti è la più grande azienda privata per numero di dipendenti della città. Stiamo dunque parlando di 120 famiglie che vivono, lavorano e muovono l’economia della nostra città e che qui devono restare, senza essere “costretti” a spostamenti forzati o a demansionamenti.
La decisione di Iren potrebbe avere dunque un impatto devastante sull’economia cittadina. E pensare che Iren dovrebbe avere a cuore la città, essendo socio di Asp e avendo dunque interessi rilevanti sul nostro territorio.
Serve dunque applicare la “clausola sociale” e garantire che i 130 lavoratori coinvolti possano continuare a svolgere le loro mansioni con lo stesso contratto e soprattutto mantenendo la continuità territoriale.
Il Partito democratico si impegna, ad ogni livello, per seguire questa vicenda e chiede che le istituzioni a cominciare dal Comune, dalla Provincia e dalla Regione facciano tutto quanto nei loro poteri per tutelare quei posti di lavoro.
Asti non può permettersi che un’ ennesima chiusura si abbatta sulla città.