A cura di Cittadinanzattiva Piemonte.
Ad ogni intervista che viene fatta ad esperti e Amministratori Pubblici, circa la partenza della campagna vaccinale Anti-Covid, ritroviamo sempre la seguente affermazione “Dobbiamo partire con i soggetti più fragili e vulnerabili”.
Benissimo. Prima giustamente si è vaccinato tutto il personale sanitario, poi il personale delle RSA e - speriamo - gli ospiti. Bene, ora si parte con gli ultra Ottantenni, sempre molto bene, ma...
Gli anziani non abitano tutti nelle RSA, anzi la maggioranza stanno a casa propria.
Tantissimi devono avvalersi delle preziose cure di badanti e caregiver famigliari.
Molti soffrono di poli-patologie croniche anche gravi.
Molti si curano con farmaci salvavita e queste cure non sono sospendibili.
Ma allora, perché passa nel più completo silenzio la necessità di vaccinare, non tanto queste persone anziane, che spesso rischiano più di altre a ricevere il vaccino, quanto le loro badanti ed i loro caregiver?
Queste preziose lavoratrici e lavoratori svolgono una attività di cura quotidiana, in silenzio, con devozione e attenzione, proprio perché il loro datore di lavoro è fragile e deve essere protetto il più possibile.
E dove non ci sono i badanti, ci sono i caregiver, spesso donne, che sacrificano famiglia e lavoro, per prendersi cura dei propri anziani.
Sarebbe facile individuarli, perché per le badanti c’è un contratto di lavoro registrato all’Inps e per i caregiver anche, perché assistono spesso anziani con invalidità ed handicap, regolarmente registrati anch’essi dall’Istituto di Previdenza ed Assistenza. In ogni caso i MMG sanno benissimo chi sono.
È urgente che queste persone, badanti e caregiver, proprio per proteggere i loro assistiti siano tra i primi ad essere vaccinati, per salvaguardarli il più possibile dall’essere colpiti dal Covid.