Un percorso a tappe per chi vuole (o deve) cambiare vita.
Nasce l’Ufficio di Scollocamento, uno sportello per aiutare le persone a scollocarsi da lavoro eccessivo, stile di vita sbagliato, stress, ansia, consumismo, assenza di senso, e costruire una nuova vita. Un cammino di emancipazione e cambiamento rispetto alla cultura imperante, che non produce autentico benessere ma schiavitù e omologazione ...
Quando sarà tardi, già domani mattina, molti cittadini, come alcuni malcapitati passeggeri della nave Concordia, non riusciranno più a farcela. Cosa ha consentito il salvataggio della gran parte degli uomini e delle donne su quella nave, se non essersi ammutinati, essersi dati idealmente da soli i sette fischi più uno, cioè l’ordine del "si salvi chi può" che non arrivava dal comando? Se avessero atteso ancora, confidando nel comandante, sarebbero morti. È per la loro indisciplina che hanno portato a casa la pelle.
[da 'Ufficio di Scollocamento']
Dire “io voglio scollocarmi, voglio cambiare” porta con sé una serie di stati d’animo che non sempre trovano una sistemazione consapevole.
Lo scollocamento da lavoro eccessivo, stile di vita insensato, stressante e basato sul consumismo, si pone dunque come un cammino di emancipazione, un percorso di cambiamento, che ha al centro la Persona e il suo benessere.
Pur proponendo una nuova idea di modello sociale ed economico, lo scollocamento è un percorso individuale, un viaggio dentro se stessi, per intercettare motivazioni, passioni e sogni da mettere al centro della nuova vita, che si deve costruire in maniera consapevole, uscendo e non “fuggendo” dal sistema attuale.
Nessun progetto di cambiamento, infatti, può fondare le radici nella necessità ma piuttosto nella volontà!
Per la diversità, la molteplicità e la ricchezza che caratterizza l’essere umano, ciò che offre l’Ufficio di Scollocamento non può essere una “soluzione” standardizzata e valida per tutti.
L’associazione Paea e il quotidiano online Il Cambiamento hanno progettato e realizzato il primo l’Ufficio di scollocamento (primo in ordine di tempo di tanti che verranno) facendo propria l’idea di Simone Perotti e Paolo Ermani apparsa per la prima volta su Avanti Tutta (Chiarelettere, 2011) e poi sviluppata in Ufficio di scollocamento (Chiarelettere, 2012).
I due autori hanno diffuso la loro idea in questo modo:
“È un’idea che non può appartenere a qualcuno, per questo non ha un logo, non è un metodo depositato, non gode di brevetti o licenze, né mai li avrà. Deve costituire, provocatoriamente e fattivamente, un’opportunità diffusa e aperta a tutti. Chiunque voglia interpretare, organizzare o gestire un Ufficio di scollocamento sul proprio territorio può farlo senza bisogno di alcun permesso o alcuna autorizzazione da parte degli ideatori (gli autori di questo libro), che al contrario ne auspicano la personalizzazione, diffusione e realizzazione da parte del maggior numero di persone.” [da Ufficio di scollocamento, Chiarelettere, 2012].
Paea e il Cambiamento, in ossequio alle indicazioni degli autori, hanno fatto propria questa impostazione e realizzato il primo Ufficio di scollocamento.
L’Ufficio di Scollocamento è rivolto ai workaholic, i moderni drogati dal lavoro, ma anche a chi prova l’impulso di voler cambiare vita, insoddisfatto da quello che fa, e a chi sente di aver messo da parte per troppo tempo le proprie passioni e inclinazioni, a chi vuole smettere di partecipare a questo mondo storto.
L’Ufficio di Scollocamento nasce da culture e esperienze vicine al pensiero della decrescita, a quello ambientalista, al neopauperismo, al downshifting, al recupero della manualità e a tutte le numerose correnti di pensiero che animano l’ampio tentativo di costruire una cultura alternativa.
Chi si avvicinerà all’Ufficio di Scollocamento non riceverà un numeretto e un modulo da riempire (come nel più noto e triste Ufficio di Collocamento), ma la proposta di un percorso articolato, non semplice, come non è semplice trovare, mettere a fuoco e poi in pratica le proprie motivazioni interiori.
Molti e eterogenei gli esperti coinvolti: psicologi (per capire e gestire le numerose paure del cambiamento), esperti di lavoro alternativo, avvocati, ma anche e soprattutto life-coach, scrittori, economisti, esperti di ambiente, oltre alle necessarie testimonianze concrete di chi ha già cambiato vita.
Al già alto numero di persone che decide di cambiare vita, la crisi ha aggiunto quelli che della crisi sono le vittime. Tanti, tantissimi ormai. Ma una crisi è anche una grande opportunità. Sempre più persone, in Italia e nel mondo, decidono di cambiare vita e lavoro, operando scelte personali e collettive in direzione di una vita a basso impatto esistenziale, relazionale, psicologico, oltre che ambientale ed economico.
Lo sa bene la redazione del Cambiamento, il giornale online/portale che con l’obiettivo di passare dal virtuale al reale sta condividendo esperienze con un numero sempre maggiore di lettori. Lo sa l’associazione PAEA, che da più di 12 anni ha fatto proprio il motto “C’è anche un altro modo” e che lavora sul saper fare, sull’efficienza energetica e sulle tecnologie appropriate.
Lo sa per esperienza diretta Simone Perotti, che quattro anni fa ha detto “Adesso basta” e ha cambiato vita, intraprendendo un percorso individuale di downshifting su cui ha scritto tre libri (Adesso Basta, Uomini senza vento, Avanti Tutta) e che ha dato gratuitamente il suo contributo all’ideazione, impostazione e progettazione dell’Ufficio di Scollocamento.
Per maggiori informazioni: http://scollocamento.ilcambiamento.it/