di Gabriella Sanlorenzo.
Scusateci, creature solenni costrette a volte in spazi angusti; scusateci, perché vi trattiamo davvero male.
Voi continuate a dispensare il vostro ossigeno, date rifugio a tanti uccelli e insetti, fornite una frescura ineguagliabile d'estate e ombra, la sacrosanta ombra, che chiunque è in grado di apprezzare nei mesi torridi.
Ma noi, niente: ci dimentichiamo di tutto quello che fate per noi e vi tagliamo, capitozziamo, con l'assoluta ignoranza di tutto quello che bisogna conoscere per trattarvi bene, come vi meritereste...
Vi lasciamo tristi moncherini con cui voi dovreste cavarvela.
E così succede che vi ammalate, in voi entrano funghi e virus che hanno facile accesso dalle ferite che vi hanno provocato; diventate fragili, fate cadere un ramo e poi due, fino a quando vi abbattono perchè siete diventati pericolosi.
Un giorno capitai in un parco mentre una squadra di ignoranti vi stava attaccando (secondo loro vi stavano facendo la 'manutenzione'), sotto una leggera pioviggine.
Dissi al loro capo che non era la situazione migliore per toccarvi.
Lui rispose sdegnato “Signora, sono 30 anni che faccio questo lavoro!”.
E sono 30 anni che costui e la sua squadra vanno in giro rovinando queste meravigliose creature senza che nessuno abbia mai fatto loro osservazioni, anzi, hanno trovato anche chi li retribuisce!
Vorrei tanto che, come quando andiamo dal dentista se abbiamo male ai denti e dall'avvocato se dobbiamo difenderci in tribunale, decidessimo una buona volta di andare dal dottore forestale o dall'agronomo specializzato per curare il nostro patrimonio arboreo.