di Alessandro Mortarino.
Alla fine dell'inverno la siccità imperava e tutti gridavano all'emergenza. Poi l'acqua ha iniziato a cadere, dall'alto. In un momento, tutta la risorsa idrica mai vista in giorni e giorni e mesi. Acqua che avvolge, distrugge, trasforma, diventa fango e disperazione. Tra breve tornerà la siccità: è il cambiamento climatico, bellezza (non solo le nutrie, gli ambientalisti cattivi, il fatal destino). Tutti torneranno a gridare all'emergenza e alle "cose" urgenti da fare. Da fare ieri, ma i denari mancano. Mentre il bilancio dell'ex municipalizzata di Asti chiude in positivo e remunera i suoi soci. Pubblici e privati...
Ammontano a 5 milioni e 476 mila euro gli utili registrati dall'ASP nel 2022, un gran bel risultato d'esercizio. Favorito, però, da un fatto "tecnico" finanziario: oltre 6 milioni di euro versati da ARERA ad ASP sulla base del "meccanismo incentivante della regolazione della qualità tecnica del servizio idrico integrato".
Senza quest'erogazione premiante (per la buona gestione del comparto idrico nel biennio 2018-2019), ASP avrebbe chiuso un bilancio in perdita, appesantito dai maggiori costi registrati dai prezzi di energia e carburante e, indirettamente, dall’aumento generalizzato dei prezzi di materie prime.
E l'ASP che fa? Dei 5 milioni e 476 mila euro di utile finale, ne distribuisce circa un milione e 900 mila ai due soci: un milione al Comune (detentore del 55% delle quote sociali) e 900 mila a NOS-Nord Ovest Servizi (il socio privato che fa capo a Iren, azionista al 45% di ASP).
Con quei quasi 2 milioni di euro quante azioni e quanti/quali investimenti si sarebbero potuti (dovuti) fare per il futuro dell'acqua potabile astigiana?