Ritorno sul mio ragionamento della scorsa settimana a proposito di democrazia comunale (“Noi amministratori pubblici. Voi cittadini …”) anche alla luce di due piacevoli concomitanze.
La sera di Martedì 30 Giugno un folto gruppo di cittadini si è ritrovato lungo il marciapiede di via Cavalla ad Asti per una estemporanea assemblea pubblica dedicata agli spazi pubblici in odore di vendita da parte dell’amministrazione comunale (insomma: proprio davanti ad una delle aree in progetto di alienazione, un resistente prato assai frequentato dai cani del quartiere …). Nello stesso momento le rotative del quotidiano La Stampa iniziavano a mettere a registro la dichiarazione del Sindaco Galvagno: ritiriamo il progetto …
L’assemblea sul marciapiede era stata decisa due settimane prima, pochi minuti dopo l’incontro pubblico in municipio, ai margini di una seduta del consiglio comunale in cui cittadini “normali” ed ambientalisti “Doc” avevano consegnato nelle mani del Sindaco le prime 1.000 firme di donne e uomini contrari alla vendita delle aree pubbliche previste dalla “Variante 19”.
Data, luogo ed orario dell’assemblea “di strada” erano stati poi ampiamente annunciati, secondo un tam-tam spontaneo e colorato che certamente non potevano essere sfuggiti alla maliziosa astuzia politica di Galvagno.
Così, mentre l’assemblea “di strada” assumeva la sua forma civica (tra le sedie portate da casa, la torta invitante di Mirella, i cani felici di non essere più i soli frequentatori del luogo, le frasi solenni di chi si era studiato il progetto di variante fin nei minimi dettagli, le più semplici considerazioni sul ruolo sociale di un pezzo di verde - tutto sommato fresco – tra le mille zanzare in festa e le aspre aridità dell’asfalto estivo all’imbrunire), la comunicativa verve del Sindaco si sedeva a cavalcioni del nuovo destriero di moda del momento: la massa di cittadini scontenti che gli si venda sotto il naso un pezzo (più pezzi …) di “Bene Comune” senza neppure una virgola di discussione …
Se la gente si muove, raccoglie firme, va in consiglio comunale, si riunisce in mezzo alla strada significa che la questione non è un “capriccio” di pochi (“gli ambientalisti” …) ed è bene che l’amministrazione ne tenga conto e intervenga subito.
Così devono avere pensato Galvagno e i suoi. Tanto che La Stampa del giorno dopo così reciterà: “la pratica relativa alla “Variante 19” è stata sospesa. Lo ha ufficializzato il Sindaco Giorgio Galvagno: «Mi sono riservato di approfondire la questione - ha detto - cosa che farò con l’assessore. Non c’è solo da considerare il vantaggio economico dell’operazione che avrebbe pure una forte ricaduta sociale, ma anche gli interessi legittimi dei cittadini. Ed è quanto intendiamo fare». Il primo cittadino ha assicurato «che verranno valutate tutte le singole situazioni una ad una, ascolteremo la gente e metteremo a punto un lavoro veramente ben fatto. Agli astigiani dico: abbiate fiducia».
Il giorno dopo, la segreteria del comitato astigiano del Movimento nazionale per lo Stop al Consumo di Territorio ha iniziato a ribollire: telefonate e mail di entusiasmo per la “vittoria” ottenuta sul … campo.
Vittoria ?
Io decisamente non parlerei di “vittoria”.
Si vince se un progetto osteggiato popolarmente viene rigettato in toto dall’amministrazione proponente che, così facendo, dichiara pubblicamente il suo errore di valutazione e la sovranità dei cittadini.
Si vince se un progetto osteggiato popolarmente viene ritirato (come in questo caso) dall’amministrazione per essere rivisto e ridiscusso assieme ai cittadini contrari: vi pare che questa sia la proposta di Galvagno ? No: lui dice “abbiate fiducia” … come il buon papà-saggio che gode la fiducia di tutti. E che già sta pensando a come “modificare” la variante …
Si vince se un progetto osteggiato popolarmente viene accompagnato da una proposta alternativa: invece di vendere le aree pubbliche proponiamo all’amministrazione di …
Questa fase propositiva è ancora sul marciapiede di via Cavalla: per ora è un semplice embrione di idea, un abbozzo; la proposta alternativa prenderà forma (forse) alla prossima assemblea “di strada”, Martedì 14 Luglio (stessa ora, stesso programma. Lieti di condividere ancora il marciapiede con i cani dinamici di Asti Est, un po’ meno gioiosi di saggiare gli ulteriori entusiasmi delle zanzare locali …).
Altrimenti non si vince. Non si è vinto. Si è semplicemente iniziato un percorso (lento, lungo, faticoso …) per riappropriarci di un ancor più semplice elementare diritto: esprimerci.
Dire la nostra.
Dire sì o no ad un progetto che ci tocca nelle parti vitali (il particolare) e nelle attese più solenni (l’universale).
Dire no e invece …
Sembra una situazione eccezionale.
Dovrebbe essere la norma.
Per ora teniamoci stretta la “democrazia del marciapiede di via Cavalla”, che ha già mostrato una cosa: cittadini “qualunque” che si incontrano e si parlano, rappresentano una felice e grande opportunità di crescita sociale.
Che ai “poteri” non piace granché …
Andiamo avanti.
Sulla strada.
Questa è la risposta giusta al nostro male sociale, l’unica vera possibile alternativa …