di Silvana Bellone.
Domenica primo dicembre l'Israt ha voluto ricordare l'arresto di tutta la comunità ebraica astigiana presente in città nel dicembre del 1943. È stato un percorso silenzioso che ha toccato i luoghi di Asti dove sono avvenuti gli arresti e si è concluso nella sinagoga, dove sono stati letti i nomi di tutti i nostri cittadini arrestati e deportati, tra l'indifferenza dei più ...
Durante il percorso gli attori del teatro degli Acerbi hanno letto documenti e testimonianze di quel periodo oscuro. C'è stata una buona partecipazione, ma sui giornali dei giorni seguenti non c'erano foto o articoli. Delle cose successe la domenica, si parlava solamente di presepi viventi e mercatini ...
Il passato non fa notizia, la memoria - che potrebbe insegnarci molto - non è attuale.
Il più piccolo degli ebrei deportati aveva 8 anni e si chiamava Guido Foà; ora, fosse vivo, avrebbe un anno meno di mia madre e potrebbe essere ancora fra di noi a passeggiare nei giardini pubblici o a leggere il giornale sulle panchine, come fanno molti pensionati nella nostra città.
Potrebbe avere dei figli e dei nipotini e raccontare a loro la sua storia, la sua vita. Che si è invece fermata ad Auschwitz il 26 febbraio del 1944.
In una società che pensa di vivere solamente il presente, in modo sfrenato, io credo che sia importante ricordare e rimanere vigili. Allora gli ebrei erano i "diversi", da loro ci si doveva difendere, dovevano essere eliminati.
Oggi i diversi sono altri e il periodo di crisi conduce nuovamente a porsi sulle difensive nei loro confronti. Ricordare ci può aiutare a rivalutare ogni diversità e a ricercare al suo interno la ricchezza umana di cui è portatrice per renderci tutti un pò migliori e umani.