di Alessandro Mortarino e Marisa Pessione.
Per smaltire le tossine accumulate dopo un lungo dibattito pubblico sulla salvaguardia del paesaggio all'interno della "marea umana" che popolava Bra per l'edizione 2013 di Cheese, la scorsa domenica pomeriggio ci siamo regalati un paio d'ore di cammino lungo il sentiero della Masca Micillina attorno a Pocapaglia. Giunti alle rocche ci siamo fermati ad ammirare il panorama e siamo stati avvicinati da una comitiva di turisti savonesi che desideravano qualche informazione. Mentre chiacchieravamo, la nostra attenzione è stata richiamata dagli insistenti lamenti di un cucciolo di gatto nascosto in mezzo alla boscaglia, visibilmente affamato, sperduto e spaventato. Tanto da lasciarsi avvicinare, accarezzare, prendere in braccio ...
Dopo una infruttuosa ricerca del proprietario tra le (poche) case della zona, essendo a tutti abbastanza evidente che quel piccolo micio bianco e nero fosse stato abbandonato deliberatamente da qualche persona insensibile lungo una strada di discreto traffico automobilistico, la nostra estemporanea comunità ha iniziato a valutare le possibilità: qualcuno di noi poteva portarlo a casa con sè ?
"Noi dobbiamo rientrare a Savona e forse il viaggio è un po' lungo da fare con un gattino libero a bordo", dicono giustamente i nostri neo amici di ventura.
Noi abitiamo ben più vicini, ma l'idea di aggiungere un nuovo ospite alla nostra piccola comunità zoofila famigliare si scontra con il fatto che di cuccioli (di gatto) ne abbiamo già ben tre, che stiamo curando amorevolmente da ormai quattro mesi, cioè dalla loro nascita corrispondente al decesso post parto della loro sfortunata mamma Adelina.
E sono tre cuccioli ancora deboli: la femmina (Nandina) pare essersi ripresa dai deficit iniziali, mentre i due maschi li stiamo assistendo quotidianamente. François (dal nasino rivolto verso l'alto) è grande la metà di quanto dovrebbe essere, mentre Oreste ha subito i danni del virus che ha stroncato la mamma e non è perfettamente in sè: non riesce mai a fare due cose allo stesso tempo (neppure correre alzando le zampette al ritmo giusto).
Forse non è il caso di tentare un nuovo inserimento ...
Una signora del luogo suggerisce di portarlo al canile, là certamente qualcuno potrà prendersene cura.
Buona proposta. I savonesi ci accompagnano a recuperare l'auto e il trovatello finisce nel nostro bagagliaio in direzione canile.
E' domenica. Tardo pomeriggio. Riusciremo a trovargli casa ?
Appena fuori Bra incontriamo una pattuglia di Vigili di servizio ad uno dei parcheggi da cui partivano le navette in direzione di Cheese: ecco chi può aiutarci.
"Se fosse un cane, sarebbe facilissimo. Purtroppo in Italia non esiste una legislazione che tuteli i felini, infatti esistono i canili ma non i gattili ..." ci dice subito il più alto in grado. Che aggiunge: "vediamo cosa possiamo fare".
Immediatamente interpella la centrale, che contatta i referenti di alcune associazioni di protezione animali della zona. Nell'arco di una mezz'oretta la soluzione è a portata di mano e i solerti Vigili di Bra ci scortano a casa del papà di una loro collega che diventa l'amorevole custode del piccolo micio dopo aver chetato il suo appetito.
Missione compiuta ! E un grazie di cuore agli efficienti tutori dell'ordine e al loro animo disponibile: di questi tempi è un atteggiamento che restituisce morale a tutta la comunità ...
Con spirito finalmente rilassato possiamo tornare a casa.
Dove Oreste, il più debole ma sempre il primo a venirci a salutare, non compare all'orizzonte.
Lo troviamo sotto un ciliegio. Cadavere. Con i segni evidenti del morso di un cane.
Sarà il destino ?
E cosa vorrà averci voluto dire ?