di Alessandro Mortarino.
Oggi io e Marisa ci siamo cucinati e gustati una delle ottime zucche hokkaido donateci dal nostro orto autunnale: il frutto del nostro piccolo lavoro contadino, serbatoio di sussistenza alimentare invernale e, soprattutto, prodotto originato dai semi che Luca Abbà ci aveva offerto l'anno scorso. Luca è quel ragazzo caduto - folgorato - da un traliccio in Val di Susa mentre difendeva un pezzo del suo territorio. Ma anche quel giovane contadino che, ogni anno, ad Ottobre e Novembre, vende ortaggi al mercatino del bio di piazza San Secondo ...
Ogni anno molti di voi lo hanno conosciuto come "l'ortolano della Val di Susa", con il suo banchetto ordinato e colorato zeppo di patate di montagna, zucche di ogni foggia, cavoli e legumi. Nel pomeriggio era lui a preparare le caldarroste con i marroni che raccoglieva tra i boschi perennemente martoriati di quel lembo di terra che non pare conoscere tregue.
Questa realtà stride non poco con quanto ci raccontano oggi i media di Luca. La Stampa lo ha definito "un trentaseienne senza moglie nè figli", quasi il non avere ancora "messo su famiglia" equivalga alla lombrosiana ammissione del suo essere un soggetto "out".
"Il Giornale" (ma è un giornale ? ...) titolava in prima pagina "Non è un eroe. E' un cretinetti": e l'Ordine dei Giornalisti non trova nulla da ridire nei confronti di una redazione e di un direttore che vivono di vetriolo e kerosene mentre attorno a loro le fiamme divampano ?
Ma in che mondo viviamo ?
Ora Luca sta tra la vita e la morte. Forse se la caverà, ma segni profondi resteranno nel fisico e nell'anima.
Il cantiere non si è fermato: nessun rispetto per le masse, figuriamoci per i singoli.
Se c'era rabbia ora sarà reazione.
Perchè ?
di Alessandro Mortarino.
Oggi io e Marisa ci siamo cucinati e gustati una delle ottime zucche hokkaido donateci dal nostro orto autunnale: il frutto
del nostro piccolo lavoro contadino, serbatoio di sussistenza alimentare invernale e, soprattutto, prodotto originato dai
semi che Luca Abbà ci aveva offerto l'anno scorso. Luca è quel ragazzo caduto - folgorato - da un traliccio in Val di Susa
mentre difendeva un pezzo del suo territorio. Ma anche quel giovane contadino che, ogni anno, ad Ottobre e Novembre,
vende ortaggi al mercatino del bio di piazza San Secondo ...
Ogni anno molti di voi lo hanno conosciuto come "l'ortolano della Val di Susa", con il suo banchetto ordinato e colorato
zeppo di patate di montagna, zucche di ogni foggia, cavoli e legumi. Nel pomeriggio era lui a preparare le caldarroste con i
marroni che raccoglieva tra i boschi perennemente martoriati di quel lembo di terra che non pare conoscere tregue.
Questa realtà stride non poco con quanto ci raccontano oggi i media di Luca. La Stampa lo ha definito "un trentaseienne
senza moglie nè figli", quasi il non avere ancora "messo su famiglia" equivalga alla lombrosiana ammissione del suo essere
un soggetto "out".
Libero (ma è un giornale ? ...) titolava in prima pagina "Non è un eroe. E' un cretinetti": e l'Ordine dei Giornalisti non trova
nulla da ridire nei confronti di una redazione e di un direttore che vivono di vetriolo e kerosene mentre attorno a loro le
fiamme divampano ?
Ma in che mondo viviamo ?
Ora Luca sta tra la vita e la morte. Forse se la caverà, ma segni profondi resteranno nel fisico e nell'anima.
Il cantiere non si è fermato: nessun rispetto per le masse, figuriamoci per i singoli.
Se c'era rabbia ora sarà reazione.
Perchè ?
Oggi io e Marisa ci siamo cucinati e gustati una delle ottime zucche hokkaido donateci dal nostro orto autunnale: il frutto
del nostro piccolo lavoro contadino, serbatoio di sussistenza alimentare invernale e, soprattutto, prodotto originato dai
semi che Luca Abbà ci aveva offerto l'anno scorso. Luca è quel ragazzo caduto - folgorato - da un traliccio in Val di Susa
mentre difendeva un pezzo del suo territorio. Ma anche quel giovane contadino che, ogni anno, ad Ottobre e Novembre,
vende ortaggi al mercatino del bio di piazza San Secondo ...
Ogni anno molti di voi lo hanno conosciuto come "l'ortolano della Val di Susa", con il suo banchetto ordinato e colorato
zeppo di patate di montagna, zucche di ogni foggia, cavoli e legumi. Nel pomeriggio era lui a preparare le caldarroste con i
marroni che raccoglieva tra i boschi perennemente martoriati di quel lembo di terra che non pare conoscere tregue.
Questa realtà stride non poco con quanto ci raccontano oggi i media di Luca. La Stampa lo ha definito "un trentaseienne
senza moglie nè figli", quasi il non avere ancora "messo su famiglia" equivalga alla lombrosiana ammissione del suo essere
un soggetto "out".
Libero (ma è un giornale ? ...) titolava in prima pagina "Non è un eroe. E' un cretinetti": e l'Ordine dei Giornalisti non trova
nulla da ridire nei confronti di una redazione e di un direttore che vivono di vetriolo e kerosene mentre attorno a loro le
fiamme divampano ?
Ma in che mondo viviamo ?
Ora Luca sta tra la vita e la morte. Forse se la caverà, ma segni profondi resteranno nel fisico e nell'anima.
Il cantiere non si è fermato: nessun rispetto per le masse, figuriamoci per i singoli.
Se c'era rabbia ora sarà reazione.
Perchè ?