Tutta colpa delle nocciole ...

Imagedi Angiola Brumana.

Non so se definirlo baratto o ricatto, ma tanto è.

Per una borsa di nocciole, mi ritrovo a raccontare di libri, chiedo scusa, ma questi sono i tempi.

E parlando di tempi, duri e stanchi, viene da tornare indietro ...

 

Selma Lagerlöf, L'imperatore di Portugallia, Iperborea.

Forse qualcuno ricorderà l'autrice, per averne letto il nome in qualche antologia delle medie, nel secolo scorso.

Il libro parla di un passato piuttosto lontano, nel centro della Svezia. Non ci sono efferati omicidi, né ispettori alle prese con le difficoltà della vita e nemmeno hacker tatuati.

E' un mondo dove solo pochi hanno cavallo e carrozza, dove ci si sposta a piedi, si scavalcano colline, si aspetta il traghetto, che ha orari suoi a seconda delle stagioni.

E' una storia, raccontata con la lievità della neve che cade, a volte con qualche punta di gelo, ma alla fine ci si ritrova sempre vicino ad un camino che riscalda, quello del cuore.

Ci sono cattivi e buoni, malati e tristi, persone semplici che regalano saggezza senza tante parole, c'è un senso di giustizia e di riconciliazione.

Vengono in mente i disegni di Carl Larsson (per chi non lo conosce, cfr. Tuttolibri del 10/12/2011), con un'atmosfera meno idilliaca, con un poco più di ombra e di fatica, ma nella visione d'insieme il senso di pacificazione rimane.

I capitoli sono brevi, come storie compiute in sé e, specie nella prima parte relativa all'infanzia, hanno il tono di fiabe. C'è la tensione, ma anche il lieto fine. Poi, come nella vita, crescendo le cose si complicano e se il lieto fine non è così esplicito, rimane comunque un senso di speranza, un invito all'attesa.

Il mondo gira attorno a Klara Gulla, questa figlia “imperatrice”, ma il vero protagonista è lui, Jan, il padre. E la Lagerlöf è una vera artista nel dipingere la sua “interiorità contadina”, la sua folle saggezza, la sua coerenza, la sua fede incrollabile e il suo amore per la figlia.

E anche Katrinna, la madre, sul finale emerge dallo sfondo, ricalcando, con una tristezza maggiore, la moglie della fiaba di Andersen, Quello che fa il babbo è sempre ben fatto.

Tutti gli altri, ricchi e poveri, animano questi quadri e danno, volendo, spazio a riflessioni.

Quanto profonde, vedete voi.

Consiglio: leggetelo in queste vacanze, in compagnia, a voce alta, la sera, come se raccontaste una storia.

Un grazie a Radio3, che mi ha fatto conoscere questo libro, attraverso il programma “Ad alta voce”.

 

Chi baratta nocciole, a volte, regala anche libri.

Voglio quindi rendere omaggio ad un libro che mi è stato donato già da tempo, che ho letto ed ho cominciato a regalare a mia volta.

Christian Signol, Maria delle pecore, Libreria Editrice Fiorentina.

Anche questo libro ha gli occhi rivolti al passato, è il racconto della vita di Maria, raccolto da Signol, appunto.

Pure qui si parla di campagna, della dura vita dei pastori e dei contadini, di guerre, di fame, di malattie, di padroni e salariati.

Ma c'è anche la grande forza di questa donna, la sua capacità di lottare con profonda umanità, la sua disponibilità ad accettare i doni che la vita le ha dato, di metterli al servizio degli altri, lei che ha sperimentato da subito l'accoglienza e l'amore di chi l'ha raccolta in mezzo al muschio e alle bacche.

In questa figura, come anche nel Jan della Lagerlöf, sento una profonda integrità, un rispetto nei confronti di cose e persone, che invita alla riflessione.

La narrazione è quella di una vita, con caratteristiche più diaristiche che letterarie, ma anche qui c'è la forza del racconto, del fluire di una storia che prende e rimane dentro.

C'è gioia e dolore, c'è separazione e distacco, c'è ritrovare e ritrovarsi, c'è orgoglio e capacità di accettare il nuovo che arriva, anche se difficile.

C'è anche l'amore per i libri e voglia di condividerlo, ma questa è un'altra storia.

Consiglio: anche se siete dei duri, tenetevi un pacchetto di fazzolettini a portata di mano.

PS: se non lo trovate in libreria, cercatelo il 2° sabato del mese sulla bancarella di Giovanni e Graziella, al Mercatino del Biologico, in piazza S. Secondo. Asti, ovviamente ...

Buone Feste !

 

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