di Gian Michele Accomasso.
Un sistema scolastico fortemente condizionato dai test di apprendimento, col rischio di conversione degli istituti pubblici insoddisfacenti in charter schools, le newCo fanno breccia anche nella scuola.
Cerco di riassumere in questo scritto un articolo apparso sul numero di ottobre 2010 dell'edizione italiana di "Le monde diplomatique", intitolato "Il voltafaccia di una ministra americana" scritto da Diane Ravitch, ex viceministro dell'educazione del governo di George Bush. Nel 2002, negli USA, è entrata in vigore la legge "No child left behind" (Nessun bambino lasciato indietro). Tale legge "esige che ogni stato valuti le capacità di lettura e di calcolo dei suoi allievi, dagli 8-9 anni ai 13 anni" (1). Ognuno dei 50 stati americani definisce autonomamente i criteri di valutazione ed i risultati di ogni istituto scolastico sono successivamente analizzati in funzione dei criteri stabiliti ...
Se in una scuola non sono dimostrati dei progressi costanti nel grado di apprendimento degli allievi "l'istituto è sottoposto a sanzioni di severità crescente. Il primo anno la scuola riceve un avviso. Dopodichè a tutti gli allievi (compresi quelli che hanno buoni risultati) viene offerta la possibilità di cambiare scuola. Durante il terzo anno, gli studenti più poveri possono accedere a corsi supplementari gratuiti. Se la scuola non riesce a conseguire gli obiettivi richiesti in un periodo di cinque anni, si espone al rischio di privatizzazione, di conversione in charter school (scuole a finanziamento statale ma gestite da privati, N.d.r.), di ristrutturazione completa o, più semplicemente, a quello di chiusura. I lavoratori potrebbero quindi essere licenziati. Attualmente, circa un terzo delle scuole pubbliche del paese (ovvero trentamila) sono state classificate come inadempienti rispetto ai parametri relativi ai progressi annuali soddisfacenti". Ad esempio, alcuni mesi fa, "le autorità dello stato di Rhode Island hanno annunciato l'intenzione di licenziare tutto il corpo docente dell'unico liceo della città di Central Falls, la loro decisione è stata applaudita da Arne Duncan (segretario di stato all'educazione) e dallo stesso presidente democratico. Recentemente, il personale è stato reintegrato, a condizione di accettare giornate lavorative più lunghe e di fornire maggiori aiuti personalizzati agli allievi".
Una strategia simile a quella messa in atto nel nostro paese con le cosiddette newCo nel caso della nuova Alitalia o della Fiat di Pomigliano d'Arco.
Le charter schools, citate in precedenza, hanno preso piede alla fine degli anni '80 ed attualmente sono circa cinquemila con un milione e mezzo di allievi. Sostanzialmente sono "scuole finanziate con il denaro pubblico ma gestite da istituzioni private, che si possono sottrarre alla maggior parte delle regole in vigore nel sistema pubblico. Così, più del 95% di esse si rifiuta di assumere insegnanti sindacalizzati. E, nel momento in cui lo stato di New York ha voluto sottoporre a un esame le charter schools che aveva autorizzato, queste si sono rivolte alla giustizia per impedirlo: lo stato doveva dare loro fiducia e lasciare che fossero loro stesse a svolgere questo esame".
Il funzionamento di queste scuole "si fonda su un forte tasso di rinnovamento del personale, poichè gli insegnanti devono svolgere un lavoro enorme (talvolta sessanta o settanta ore alla settimana) e tenere sempre il cellulare acceso, così che i loro allievi possano raggiungerli in qualsiasi momento. L'assenza di sindacato facilita il mantenimento di tali condizioni di lavoro".
"Il livello di questi istituti è decisamente diseguale. Alcuni sono eccellenti, altri catastrofici". In base ad una recente inchiesta finanziata dalla Walton family foundation (accesa sostenitrice della charter schools) il 17% di tali istituti presenta un livello superiore alle scuole pubbliche di pari grado, mentre il restante 83% ottiene risultati simili o inferiori. Però, "quando i media si interessano al tema, si focalizzano spesso sugli istituti di eccellenza. Essi, intenzionalmente o meno, danno alle charter schools l'immagine di veri e propri paradisi popolati da insegnanti giovani e dinamici e da allievi in uniforme, dalle maniere impeccabili e tutti in grado di accedere all'università. Ma questi reportages dimenticano alcuni elementi determinanti. Innanzitutto, gli istituti di buon livello reclutano allievi nelle famiglie in grado di mobilitare maggiori risorse dal punto di vista scolastico. Inoltre, essi accettano un numero minore di alunni di madrelingua straniera, handicappati o senza domicilio fisso, fattore che dà loro un certo vantaggio sulle scuole pubbliche. Infine, le chartes schools hanno il diritto di rinviare negli istituti pubblici gli elementi che stonano".
Secondo l'ex viceministro dell'educazione del governo Bush "è assurdo valutare gli insegnanti in funzione dei risultati dei loro allievi, perchè questi dipendono oltre che, ovviamente, da quello che succede in classe, anche da fattori esterni quali le risorse, la motivazione degli allievi e il supporto che possono dare i loro genitori".
Un sistema scolastico di tale tipo, fortemente condizionato dai test di apprendimento, ha come conseguenza diretta "che gli allievi non imparano niente dato che gli si insegnano i test e non le materie scolastiche".
"Dal momento che la lettura ed il calcolo sono diventati prioritari, i docenti, consapevoli che queste due materie decideranno dell'avvenire della loro scuola e .... del loro lavoro, trascurano le altre discipline. La storia, la letteratura, la geografia, le scienze, l'arte, le lingue straniere e l'educazione civica sono relegate al rango di materie secondarie".
Il nuovo governo di Obama ha "abbracciato le idee e le scelte più pericolose dell'era di George W. Bush". Infatti è stato varato un nuovo programma educativo battezzato "Race to the top" (Corsa verso la vetta) in cui sono stati promessi ai vari stati 4,3 miliardi di dollari di sovvenzioni per l'educazione a patto che si impegnino a "sopprimere tutte le limitazioni legali esistenti alla installazione delle charter schools. Così, la loro espansione va a realizzare quello che è sempre stato il sogno dei businessmen dell'educazione e dei partigiani del libero mercato, vale a dire lo smantellamento del sistema pubblico".
"La Florida ha appena votato una legge che proibisce l'assunzione di insegnanti principianti, vincola metà del loro stipendio ai risultati ottenuti dagli allievi, sopprime i finanziamenti stanziati per la formazione permanente e sovvenziona la valutazione degli studenti prelevando il 5% dal bilancio scolastico di ogni circoscrizione. Genitori e docenti hanno unito le loro forze e sono riusciti a convincere il governatore Charlie Crist a non firmare la legge, cosa che probabilmente ha messo fine alla sua carriera all'interno del Partito repubblicano. Ma ovunque nel paese vengono assunte misure simili".
(1) Diane Ravitch - Il voltafaccia di una ministra americana - "le Monde Diplomatique" edizione italiana, ottobre 2010 pag. 15 (Articolo pubblicato anche su The nation del 14 giugno 2010 col titolo "Why I changed my mind".