di Silvana Bellone.
La scuola è appena iniziata e non sarà certamente un anno facile; si è parlato (molto e giustamente) di precari, persone che hanno lavorato cinque, dieci, venti anni nella scuola e ora si ritrovano a casa senza nè prospettive nè cassa. E' anche giusto parlare di chi lavora, degli insegnanti che si trovano a dover affrontare, sempre più soli, classi puntualmente più numerose, bambini e ragazzi con mille problematiche, difficilmente risolvibili da chi può contare solo sulle proprie forze, sulla propria professionalità e creatività ...
La riduzione delle ore, delle materie condurrà sempre più a frammentare l'insegnamento. Spot, flash, piccole gocce di tutto senza possibilità di approfondimento e, quindi, della dovuta interiorizzazione per appropriarsi in modo proficuo di cultura e competenza. Una scuola assolutamente non di qualità, che non potrà aiutare i ragazzi a pensare ed a ragionare con la propria testa.
Questo può certamente essere utile ad un Potere che ci vuole "sudditi non pensanti", sudditi consumatori (con sempre meno soldi in tasca); non mi piace questa situazione, nè mi piace la rassegnazione a cui molti sono arrivati: insegnanti, genitori, educatori.
Io credo che i bambini e i ragazzi meritino veramente di più, noi adulti dobbiamo aiutarli e per questo dobbiamo riprendere a lottare per la scuola pubblica, denunciando le situazioni di disagio, le difficoltà, smentendo il Ministro che, con quel sorriso stampato, dice che tutto va bene. Che va a visitare le carceri e finge di commuoversi, promettendo interventi per i ragazzi deprivati. Ma nessuno glielo ha detto, al Ministro, che gli interventi si fanno prima !!!???
Anni fa c'erano i progetti contro la dispersione scolastica, attività mirate a recuperare i ragazzi svantaggiati con interventi individualizzati o a piccoli gruppi per fare in modo che sempre meno ragazzi lasciassero la scuola, per finire poi fra le branchie della malavita o a bighellonare senza scopo e fare danni.
I progetti sulla dispersione hanno bisogno di tempo, persone, fondi ...
I ragazzi, tutti, hanno bisogno di tempo e di persone competenti che li aiutino a crescere, di stare di più a scuola, di avere delle opportunità che non siano le "lezioni di guerra" prospettate dal ministro La Russa in accordo con il ministro Gelmini per gli studenti delle superiori lombarde; mi viene da ridere ... insegnare a sparare per avvicinare il mondo della scuola alle forze armate, alla protezione civile, alla croce rossa, ai volontari del soccorso !?!
Questa è pazzia pura, educare al vivere civile è certamente tutta un'altra cosa.