Galvagno pigliatutto !?!

ImageRiceviamo dalla Segreteria Provinciale del PRC-SE di Asti e volentieri pubblichiamo questo spunto che sottolinea, in forma critica, la recente decisione della Cassa di Risparmio di Asti di cooptare all'interno del proprio Consiglio di Amministrazione l'attuale Sindaco in carica del capoluogo. Una questione morale, su cui è utile qualche ampia riflessione dell'intera nostra Società Civile ...

La Segreteria Provinciale del PRC-SE ritiene di dover segnalare l’indifferenza - al limite dell’omertà - che sta circondando un fatto assai grave: l'ingresso del Sindaco nel Consiglio di Amministrazione dalla Cassa di Risparmio di Asti, la stanza dei bottoni del forziere della città.

Tralasciamo i trascorsi giudiziari del Sindaco nonché la sua assenza di competenze specifiche in campo economico-finanziario (che credevamo necessarie per amministrare una banca; evidentemente sono un optional).

Ma il conflitto di interessi ci pare lampante.

Il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, è stato al centro di un'aspra polemica per aver espresso un parere circa i vertici di Intesasanpaolo. Ad Asti, invece, il Sindaco in carica (esponente attivo e di primo piano della politica locale; non una figura di “area” o di un ex politico, ma la persona più in vista tra i politici del centro-destra astigiano) non si limita a suggerire o a indicare un suo uomo.

No, Galvagno ha candidato se stesso, senza troppi pudori. Ed è stato tranquillamente eletto !

Cosa dobbiamo pensare ? Che tra i numerosi clienti di questa banca si potranno avere “quelli di riguardo”? Che tra i criteri con cui potranno essere remunerati gli investimenti o concessi i prestiti ci sarà anche l'affinità politica con l'attuale maggioranza del Consiglio Comunale? Gli amici degli amici saranno forse facilitati non solo nello sblocco di una pratica in Comune ma anche, subito dopo, nella concessione di un finanziamento? O chi lo avrà sarà tenuto alla gratitudine o sarà blandito politicamente?

Possibile che nessuno trovi nulla da ridire?

La Fondazione CR ASTI che, se non andiamo errati, detiene la maggioranza della proprietà della banca, ritiene di aver fatto una scelta ponderata ? O le è stata imposta ?

E le istituzioni locali, le forze politiche, le parti sociali, le associazioni che si occupano di legalità e trasparenza ? Nessuno che senta la necessità di battere un colpo?

E' quanto meno paradossale che siamo rimasti noi, i comunisti, a rilevare una così evidente violazione delle regole del mercato. Precisiamo: noi non riteniamo che la politica debba star fuori dall'economia, anzi pensiamo esattamente il contrario; però per noi la politica che deve “interessarsi” all'economia è quella compresa nel concetto di interesse pubblico, di bene comune, di bisogni della collettività. Non di interessi di “gruppo” o di cordate personalistiche.

Poter piegare un settore dell'economia ad interessi “di parte” è l'esatto contrario di quanto pensiamo.

Ci auguriamo che questo nostro appello sia raccolto da altri, magari da chi ha ricevuto sufficienti consensi da sedere sugli scranni dell'opposizione, e che quei consensi dovrebbe onorare denunciando le storture e le anomalie che avvengono sotto il proprio naso.

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