di Enrico Euli.
“Lo sai che anche i mostri si lavano i denti? Non ci credi? Chiedilo al Mostro fatto di capelli o a quello che sta sotto il letto. E lo sai perché lo fanno? Perché c’è un mostro ancora più terribile che se la prende con tutti, ma soprattutto con chi non si lava i denti!…”
Questa è la presentazione su Google del libro per bambini Anche i mostri si lavano i denti, quello che è stato trovato nel bosco, a fianco al cadavere di Giulia Cecchettin. Metafora interessante di quel che è accaduto, no?
Da dove nascono i mostri? Sono (erano) persone che, come tutti noi, ogni mattina si lavano i denti, fanno la spesa, mangiano e dormono, nascondono qualcosa, parlano con la fidanzata, fanno figli. E, soprattutto, rimuovono i conflitti che li animano e sottostanno alle loro relazioni. E sono aiutati a rimuoverli dalla rimozione di tutti quelli che li circondano e che dicono di voler loro bene, di rispettarli, di amarli (forse proprio perché sono i primi ad aiutarli in questo).
Ma, quando la pentola a pressione esplode, tutti sono lì a maledirli. Ed a ingiuriarli con vari epiteti più o meno alla moda, ma sempre mortificanti e mostrificanti.
Gli stessi che li maledicono sono proprio gli stessi (e le stesse) che li hanno coperti per anni, che li hanno assistiti come pargoli in convalescenza, li hanno adorati come piccole divinità in malattia, che hanno accettato per anni (per convenienza, paura, sudditanza) le loro violenze e ricatti. Sono gli stessi (e le stesse) che creano (o non smettono di favorire o anche solo di tollerare) le condizioni di diseguaglianza economica e sociale tra uomini e donne. Sono gli stessi (e le stesse) che hanno preferito saltare il conflitto tra i due sessi, quel conflitto aperto dal femminismo e mai davvero elaborato nella relazione tra maschi e femmine, inventandosi un transfemminismo fluidificato, che insiste così ad occultarlo. Sono gli stessi (e le stesse) che predicano l’asessualità quale risorsa relazionale, che ci separano dietro gli schermi dei computer, che virtualizzano i nostri rapporti rendendoci degli analfabeti emotivi, che non si inquietano se il desiderio declina e/o si dirige verso il porno in rete. Sono gli stessi (e le stesse) che invocano oggi leggi e padri più severi, mentre inneggiano contro i patriarchi di ieri e i maschilisti di sempre, rimuovendo in coscienza ogni loro contraddizione.
Cosa non faremmo pur di evitare di assumere le nostre comuni responsabilità.
Davanti alla violenza tra i sessi, che sta dentro il nostro immaginario erotico e la nostra realtà relazionale da che mondo è mondo, preferiamo girare la testa e attendere le aggressioni, gli omicidi, le torture. L’importante è che il conflitto, e le sue cause e le nostre responsabilità, restino sommerse. E siano lì, eternamente, a sempre generare altre vittime, altri terrori, nuovi eccidi, e nuove guerre. Altro che “mai più, mai più!”.
L’atteggiamento è lo stesso che continuano a sostenere gli israeliani – appoggiati da moltissimi occidentali – dinanzi al conflitto con i filistei di sempre, i palestinesi. “Loro sono la violenza, noi siamo la giustizia. Quelli sono i carnefici, noi siamo le vittime”. “E quei mostri meritano una punizione e noi gliela daremo perché ne abbiamo il diritto, perché noi siamo il diritto!”. “Perché – ricordiamocelo sempre – c’è un mostro ancora più terribile che se la prende con tutti, ma soprattutto con chi non si lava i denti!”.
Tratto da: https://comune-info.net/un-mondo-di-mostri/