Nuova legge regionale del Piemonte sul Gioco d’azzardo

A cura della presidenza delle Acli di Asti.

Sul numero de La Nuova Provincia di Asti dello scorso 27 luglio è apparso un articolo dove si descrive quello che, secondo l’interpretazione qui data, sarebbe un intervento della Giunta Cirio in contrasto alla ludopatia, contrasto attuato attraverso la recente legge approvata a tempo record l’8 luglio 2021.
Recitava quel giorno L’articolo de La Stampa che dava notizia della cosa: “Il testo sostituisce quello del 2016 e liberalizza il settore visto che cinque anni fa erano state stabilite restrizioni particolarmente strette per le slot machine. Ecco cosa prevede il nuovo regime. Anzitutto, le tabaccherie che avevano gli apparecchi prima
del 2016 e hanno dovuto toglierli per la retroattività potranno rimetterli. Così le sale gioco. Esclusi, invece i bar. Potranno riaverle anche le attività che nel frattempo hanno cambiato titolare, o che lo cambieranno”...

E come La Stampa, lo facevano presente varie altre testate e mezzi di comunicazione.
Come Acli del Piemonte e di Asti, lavoriamo sul contrasto al gioco d’azzardo e alla patologia legata all’uso delle slot fin dalla prima metà degli anni 2010, cioè da quando il fenomeno è emerso rivelando un panorama desolante di rovine individuali, famigliari e comunitarie. Nell’ultimo anno inoltre siamo stati parte attiva del folto gruppo di persone, enti e associazioni che si è battuto contro lo smantellamento della precedente legge regionale, la legge 9 del 2016.

Di questo gruppo, oltre alle Acli, fanno parte Sindaci, Consiglieri regionali e molte associazioni piemontesi tra cui Libera, Gruppo Abele, Sermig, sindacati, Movimento dei Focolari, Movimento dei Consumatori, Slotmob e molti altri.
La legge 9 del 2016 ha funzionato molto bene in questi pochi anni, con una importante riduzione dei volumi di gioco, delle perdite dei giocatori e dei casi patologici presi in cura dal sistema sanitario. Lo dicono i rapporti di analisi della stessa regione Piemonte
(https://liberapiemonte.it/2021/02/24/perche-la-legge-9-2016-funziona-dati-alla-mano/).

Possibile che dovesse essere rivista e attualizzata, ma non certo nel senso riduttivo e libertario delle norme attuali, le quali sono state approvate senza tenere conto del parere fortemente contrario di gran parte della società piemontese, compresi gli ordini dei medici e degli psicologi, tutte le associazioni citate, i vescovi che a proposito hanno scritto una lettera, le fondazioni antiusura e molti altri enti. Il fatto che spesso queste voci non siano nemmeno state convocate o audite in Giunta durante il percorso di smantellamento della legge precedente, dimostra una grave e profonda mancanza di rispetto delle regole democratiche.

Attendiamo con curiosità la realizzazione delle iniziative future pubblicizzate dall’articolo - che speriamo di ottima riuscita, essendo finanziate con denaro pubblico - constatando nel frattempo, in un periodo di grave crisi sanitaria economica e sociale, il riaprirsi immediato di possibilità di gioco molto pericolose per i più fragili e più esposti.

Infine, proponiamo una riflessione sulla tanto sbandierata difesa dei posti di lavoro del settore e sul concetto stesso di lavoro, perché secondo il nostro parere, ampiamente condiviso dalle altre inascoltate associazioni, non tutte le attività che producono guadagno possono per questo essere considerate lavoro se non rispettano in prima istanza la dignità delle persone coinvolte, una sana socialità e se non si concretizzano in una virtuosa crescita della comunità in cui si svolgono.

Aggiungi commento

Invia
Altritasti Periodico on line dell'Associazione di Promozione Sociale Altritasti - via Carducci 22 - 14100 Asti - C.F. 92060280051
Registrazione: Tribunale di Asti n. 7/2011 del 28.10.2011 - Direttore Responsabile: Alessandro Mortarino