“Diritto alla cura – Right2cure” è il nome dell’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che si pone l'obiettivo di racogliere 1 milione di firme nell'UE per rendere disponibili a tutti tanto i vaccini quanto i farmaci.
“Non dovrebbe esserci alcun utile sulle pandemie. Vogliamo un vaccino e un trattamento per tutti, perché di fronte a una pandemia tutti hanno diritto a una cura. Una minaccia collettiva richiede una risposta collettiva. I ricercatori di tutto il mondo stanno sviluppando vaccini e trattamenti, spesso usando ingenti somme di denaro pubblico. I diritti di proprietà intellettuale, come i brevetti, non dovrebbero limitare il rapido accesso a vaccini e trattamenti per tutti”...
Così recita il testo che è stato consegnato alla Commissione Europea per lanciare la raccolta di firme; l’obiettivo è chiaro: “Vogliamo garantire che l’accesso alla diagnostica, alle terapie e ai vaccini correlati a Covid-19 non venga ostacolato da diritti di proprietà intellettuale o analoghe indebite restrizioni. Le grandi aziende farmaceutiche non devono trarre profitto da questa pandemia a scapito della salute delle persone. Il dottor Jonas Salk ha messo il suo vaccino antipolio sul mercato senza alcun brevetto. Negli anni '90, invece, le multinazionali farmaceutiche hanno usato i brevetti per i trattamenti anti HIV per far pagare prezzi esorbitanti per i loro prodotti. Milioni di vite sono state sacrificate. ll governo sudafricano, guidato da Nelson Mandela, ha scelto l'opzione delle licenze obbligatorie per permettere l'uso di farmaci equivalenti generici a condizioni accessibili”.
L’ICE è uno strumento istituzionale dell’Unione Europea, entrato in vigore dal 1° aprile 2012, che dà la possibilità ai cittadini di esprimere con maggior forza la propria opinione; raccogliendo un milione di firme nei Paesi dell’UE, i firmatari impegnano la Commissione Europea (CE) a presentare una proposta finalizzata a modificare delle norme in vigore e/o ad introdurne di nuove.
La campagna di raccolta firme si è avviata anche in Italia, come in tutti Paesi UE, il 30 novembre e avverrà per via telematica; l’obiettivo è la raccolta di un milione di firme in tutta l’unione Europea entro un anno.
Per sostenere la campagna, personalità del mondo scientifico e della società civile attive nella difesa dei diritti umani e nella tutela della salute hanno formato un comitato promotore che invita tutte le associazioni, le forze sociali e ogni realtà collettiva a sostenere questa iniziativa, aderendo a un comitato nazionale per il diritto alla cura.
I componenti del gruppo promotore italiano sono: Vittorio Agnoletto firmatario dell’ICE c/o la Commissione Europea, medico, professore a contrato c/o Università degli Studi di Milano e membro di Medicina Democratica; Marco Bersani, resp. Attac Italia; Raffaella Bolini, Dialogo Globale; Maria Bonafede, pastora Valdese; don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele; Monica Di Sisto, vicepresidente di Fairwatch Silvio Garattini, medico, ricercatore, fondatore dell’Istituto Mario Negri; Roberto Morea, transform! italia; Riccardo Petrella, economista, Agorà degli abitanti della terra; Gino Strada, medico, fondatore di Emergency
Invitato internazionale d’onore: Franco Cavalli, oncologo, già presidente dell’Unione Internazionale contro il Cancro, Svizzera.
Per sottoscrivere la petizione europea: https://europa.eu/citizens-initiative/initiatives/details/2020/000005_it
Sito web per approfondimenti: https://noprofitonpandemic.eu
Obiettivi:
Visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare gli articoli 114, 118 e 168, chiediamo alla Commissione europea di proporre una normativa intesa a:
- garantire che i diritti di proprietà intellettuale, compresi i brevetti, non ostacolino l'accessibilità o la disponibilità di qualsiasi futuro vaccino o trattamento contro la COVID-19;
- garantire che la legislazione dell'UE in materia di esclusività dei dati e di mercato non limiti l'efficacia immediata delle licenze obbligatorie rilasciate dagli Stati membri;
- introdurre obblighi giuridici per i beneficiari di finanziamenti dell'UE per quanto riguarda la condivisione di conoscenze in materia di tecnologie sanitarie, di proprietà intellettuale e/o di dati relativi alla COVID-19 in un pool tecnologico o di brevetti;
- introdurre obblighi giuridici per i beneficiari di finanziamenti dell'UE per quanto riguarda la trasparenza dei finanziamenti pubblici e dei costi di produzione e clausole di trasparenza e di accessibilità insieme a licenze non esclusive."