Lettera alle mie amiche che mi hanno ucciso nell'anima



Sono senza lacrime, sono senza voce per urlare, sono una ragazza trascinata sotto la soglia del pudore. Io sono quella ragazza che soffre di epilessia - una malattia che colpisce 1 persona su 100 - che è stata immortalata da telefonini assassini da persone immorali e ripugnanti. Erano mie amiche, me lo dicevano e io ci credevo. Io, una ragazza come tante, una ragazza normale, quindici anni studentessa a Torino. Qualche volta ho delle crisi ma se vengo assistita, mi passano e torno a vivere come tutti quanti, come tutte le persone del mondo ...

Vi credevo amiche, credevo nella vostra empatia, nel vostro sapermi vedere con occhi che non conoscono cinismo, indifferenza, freddezza e disprezzo. Io vi credevo amiche. Ma riaprendo gli occhi dal mio viaggio convulsivo, ho saputo che mi avete ucciso. Non fisicamente ma nell’anima. Io che ero stata affidata a voi per assistermi se mi sentivo male.

Ma adesso penso che forse aspettavate i miei spasmi per divertirvi della mia incoscienza. Care amiche, mi avete deriso, mi avete immortalato con i vostri cellulari mentre sbavavo, o mi mordevo la lingua, mi avete paragonata alla figlia di Fantozzi, mi avete trapassato lo spirito, il mio soffio vitale, la mia energia, la mia vita.

Sapete: anche io, ma forse voi questo non pensavate fosse possibile, ho le mie passioni, le mie emozioni: rido, piango, sogno, sento il calore e la forza, la disperazione e la nostalgia. Io non sono come voi, io ho qualcosa in più. Amo la mia vita perché è unica e irripetibile, incomparabile ed eccezionale, a volte particolare ma rara. Vi siete fatte i selfie con i miei momenti, con i miei attimi, con quei minuti che diventano lampi di differenza tra la mia vita e la vostra malvagità. Vi hanno dato tre giorni di sospensione per svolgere volontariato e con questo vi sentirete con la coscienza pulita.  
Ma adesso mi chiedo: cosa spetta a me, per essere stata schiacciata e annientata come un mozzicone di sigaretta da calpestare perché si smorzi velocemente senza lasciare traccia.

Penso ai vostri genitori, alle vostre scenette natalizie da famiglie del Mulino Bianco, ai vostri sorrisi con i nonni e le zie orgogliose di cotanta baldanza. Penso a che adulte diventerete, in che vuoto educativo e sentimentale siete state cresciute. Penso, mentre vedo i miei genitori che con tanta dignità e intelligenza non hanno sporto denuncia nei vostri confronti, che i vostri genitori e voi stesse, avete risparmiato sull’educazione e investito nell’ignoranza.

Penso che futuro avrà questo pianeta popolato da ragazzi che dovrebbero rivoluzionarlo e non capiscono che l’Educazione che impariamo a Scuola dovrebbe finire quando la vita finisce. Ma la società sa solo puntare il dito sugli insegnanti colpevoli di non aver saputo sorvegliare, entrare nelle menti di persone bacate, di non aver saputo riconoscere occhi che amano la meschinità, da occhi che riempiono le stanze da finestre aperte. L’emergenza educativa è a livelli altissimi e allarmanti, ma i Dirigenti sanno solo accontentare genitori pronti a tutto per difendere l’indifendibile, vogliono valutare gli insegnanti su progetti che non riguardano il rispetto degli uomini. Per loro l’educazione è il rispetto delle regole. Non si rendono conto che le famiglie sono assenti e nel loro vuoto colmato da porte chiuse, stanno creando esseri deformi, orribili mostri condannati ad una vita che li condannerà per sempre ad un canone inverso.

I vostri genitori non hanno capito che fare i figli è procreazione, educarli e crescerli è creazione. Sviluppare la mente è importante, ma sviluppare una coscienza è il dono più prezioso che i genitori possano fare ai figli. Mia madre e mio padre mi hanno donato la consapevolezza e un’anima. I vostri, forse hanno provato, forse credevano di donarvi la compassione e un’interiorità. A voi per avermi spacciato per una scimmia, hanno dato tre giorni di sospensione, a me è stato riservato l’ennesimo dolore per una vita ancora così giovane. L’amicizia è una cosa  importante ma senza l’educazione si vola sempre in senso contrario. E voi nel senso contrario troverete sempre i miei occhi che forse vi aiuteranno a capire che l’essere umano non lo è, fino a quando non venga educato alla luce.

Tratto da: http://www.lettera43.it/blog/vita-da-precaria/istruzione/lettera-alle-mie-amiche-che-mi-hanno-ucciso-nell-anima_43675244307.htm

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