di Daniela Grassi, presidenza provinciale Acli di Asti, presidenza regionale Acli Piemonte con delega al welfare.
Lo scorso venerdì 22 gennaio a Torino le Segreterie regionali CGIL, CISL, UIL Piemonte hanno organizzato una riunione unitaria con l’obiettivo di illustrare i contenuti del REIS (Reddito di Inclusione Sociale), una “misura nazionale rivolta alle famiglie che vivono in povertà assoluta” su cui si lavora dal maggio 2015 e che è stata presentata al Governo durante l’elaborazione della Legge di stabilità ...
Come si legge nella Presentazione del progetto (http://www.redditoinclusione.it) “Acli e Caritas propongono di siglare un Patto Aperto contro la Povertà a tutti soggetti sociali interessati alla lotta per estirpare questo flagello in Italia. Si tratta, dunque, di unire le forze e percorrere insieme un cammino finalizzato a promuovere l’introduzione del Reddito d’Inclusione Sociale nel nostro paese. Inoltre, se – come ci auguriamo – il Reis diventerà realtà, gli aderenti al Patto si impegneranno ad assicurarne la migliore attuazione possibile”.
Insieme alla CARITAS e alle ACLI (queste ultime incaricate del coordinamento dei vari gruppi a livello territoriale) i tre sindacati confederati, con soggetti della società civile e delle istituzioni, hanno accolto l’invito e si è così costituito il gruppo “Alleanza contro la povertà” in Italia, cartello che ha come obiettivo proprio l’introduzione del Reddito di inclusione sociale ed il varo di un Piano nazionale contro la povertà assoluta.
Come ha affermato Gianni Bottalico, Presidente nazionale delle Acli, “occorre reperire delle risorse in favore di quei sei milioni di Italiani che si ritrovano in una condizione di povertà assoluta”, ed è necessario farlo in un tempo breve e con efficacia, visti i gravi ritardi in questo settore e la rapida evoluzione della situazione.
Il prof. Cristiano Gori, nel suo ampio ed esaustivo intervento, ha fatto presente come dal 3,1 per cento della popolazione, in pochi anni la povertà sia passata al 6,8 (5,7 per quanto riguarda il Nord Italia) e come, soprattutto, non sia realisticamente ipotizzabile che si possa mai tornare ai livelli conosciuti prima della crisi, anche a fronte di un auspicabile ripresa dell’occupazione.
Inoltre, la povertà che era in passato situata in segmenti ben definiti della società, è ora trasversale a classi sociali mai interessate prima dal fenomeno, tra cui quella degli occupati.
Prendendo atto di tutta questa situazione, ci si deve però anche rendere consapevoli che la povertà si può combattere con adeguate politiche sociali, proprio quelle che in Italia mancano e di cui, soprattutto, ancora nessuno si è fatto seriamente carico.
Per questi motivi, la proposta del REIS reclama un carattere nazionale in quanto si ritiene fondamentale che la politica sulla povertà tale debba essere per poter avere vera efficacia, mentre limitate iniziative di carattere locale rischiano di naufragare e di sprecare risorse preziose senza risolvere il problema.
Con questa premessa, l’Alleanza contro la povertà chiede ai governatori delle Regioni, così come ai Sindaci (dell’Alleanza fanno parte anche Anci e Conferenza delle Regioni) di non fermarsi ai personalismi, ma di fare pressione per ottenere una politica che valga per tutta la nazione e per tutti i poveri, senza distinzione e per il bene di tutti.
Solo quando quest’operazione fosse in atto sarebbe possibile radicarla sui territori avendo a fronte progetti, il controllo serio e metodico delle povertà, la possibilità di creare infrastrutture e servizi atti a favorire l’inclusione sociale e, altro punto fondamentale, le risorse per poterli realizzare: il REIS ha come caratteristica una reale sostenibilità economica in tempi di scarse risorse, la proposta è infatti di realizzarlo in quattro anni con un costo di 7 miliardi di euro da stanziare gradualmente.
L’Alleanza contro la povertà si muove nella prospettiva che in Italia come già nella maggior parte dei paesi europei (oltre che nella nostra nazione, soltanto in Grecia e in Ungheria manca attualmente una serie organica di politiche per combattere la povertà) sia necessaria una convergenza di percorsi di consapevolezza che generi, nel senso migliore del termine una “Poverty Lobby” la quale eserciti una forte e unitaria pressione nei confronti della politica.
Inoltre, la vera novità di questa proposta è l’attenzione dedicata a tutte le misure attuative, nell’ottica di una indispensabile collaborazione tra chi si occupa professionalmente di portare avanti le politiche e operare fattivamente e lo Stato, che deve offrire la certezza della risposta in termini di risorse.
A livello regionale si stanno realizzando una serie di interlocuzioni politiche e istituzionali per interagire, anche su questo tema, con il dibattito sulla riforma del welfare che sta avvenendo nella nostra Regione, in particolare con gli Assessori Regionali Augusto Ferrari e Gianna Pentenero e con diversi consiglieri.
Inoltre, il gruppo piemontese, che è tra quelli che hanno fin ora maggiormente ed unitariamente lavorato per la diffusione della conoscenza del progetto, è impegnato a garantire il fondamentale coordinamento con il Raggruppamento Nazionale per sostenere, anche dai territori della nostra Regione, la difficile interlocuzione con il Governo e con il Parlamento.
“A questo proposito” ha riferito Massimo Tarasco, presidente regionale delle ACLI del Piemonte, “nell’Incontro Nazionale del 20 maggio scorso a Roma con il ministro Giuliano Poletti, vi era stato il riconoscimento politico della proposta del REIS da parte del ministro e il suo dichiarato impegno di portare avanti la proposta all’interno del percorso verso la Legge di Stabilità.
Il ministro Poletti ha recentemente ribadito che la legge di stabilità permette di iniziare a varare un Piano strutturale ed articolato in più anni per la lotta alla povertà.
Va riconosciuto al Governo un cambio di passo, ma va nel contempo anche ricordato che è ancora troppo esigua la platea di quanti potranno beneficiare di tali interventi (la proposta contenuta nella legge di stabilità prevede un intervento solo sui minori).
La nota positiva è che per la prima volta la legge di stabilità prevede una delega dedicata alla lotta contro la povertà. Come, per la prima volta, il Governo parla di una misura organica contro la povertà, insieme a Comuni, terzo settore e fondazioni. Ciò rappresenta un primo passo nella direzione in cui vanno le proposte che l'Alleanza contro la povertà ha presentato al governo.
Chiediamo quindi che si proceda in questa direzione con più speditezza e chiediamo a tutti i gruppi parlamentari di continuare un grande impegno nel reperire maggiori risorse, tali da consentire l'estensione del numero delle persone in difficoltà che si possono raggiungere con questa misura strutturale contro la povertà, intendendo la proposta del REIS da parte dell’Alleanza come una concreta politica di sviluppo.
La povertà è un costo sociale altissimo sia per le ricadute di medio periodo sul piano sanitario e sociale sia per la sottrazione, alla dinamica economica, di milioni di persone che sono impossibilitate a partecipare alla costruzione sociale e alla crescita complessiva del Paese.
Intervenire sull’esclusione sociale significa allora intervenire sul nostro sviluppo e sul futuro di tutti i nostri figli.”