Mi permetto di dirle che Lei è uno stronzo ...



di Alessandro Mortarino.

No, non crediate che con l'arrivo del nuovo anno AltritAsti abbia deciso di trasformarsi da "luogo" di confronto civile e di dibattito critico a palestra volgare e arrogante: le buone abitudini non intendiamo abbandonarle ! E il termine forte del nostro titolo non è una svista, ma solo una provocazione per immaginare che il 2016 potrebbe essere l'anno del trionfo della parola e dei suoi significati veri rispetto all'oblio ...

Lo diciamo provando a seguire l'esempio del processo alla parola di Erri De Luca, quel termine "sabotare" che lo aveva trasformato in un pericoloso terrorista (della parola, appunto), sobillatore dei peggiori istinti. I giudici hanno riconosciuto il suo diritto d'espressione e ricondotto la parola nei binari del significato intrinseco: le sue frasi non erano “idonee a istigare attualmente e concretamente qualcuno” a commettere reati contro il cantiere in Valle di Susa.
"Sabotare" - nel caso della Tav valsusina - equivale a ritenere che la "grande opera" debba essere ostacolata, impedita, intralciata, dunque sabotata per la legittima difesa della salute, del suolo, dell'aria, dell'acqua di una comunità minacciata.

Mario Albino Gagliardi, sindaco del piccolo comune calabrese di Saracena, impegnato in prima linea nella difesa del ruolo pubblico nella gestione dell'acqua potabile, mi ha recentemente invitato a riconsiderare il corretto significato figurativo del termine "stronzo" così come definito dalla Treccani: "massa fecale solida di forma cilindrica" (ovviamente ...) ma anche "volgare epiteto ingiurioso, la cui connotazione offensiva si è andata via via riducendo con il tempo, fino a significare, genericamente, «persona inetta e incapace, o che comunque si comporta in modo criticabile»: «... Ci ha detto anche stronzo ... E, in quanto a stronzi», crollò il capo, «siamo tutti compagni ...» (C. E. Gadda). Spesso anche scherz., in tono amichevole: dai, non fare lo s., vieni con noi! Anche in funzione di agg. (come attributo o come predicato): che ragazza stronza!; ma sei proprio stronzo!; quanto siete stronze!; impiegati stronzi così non ne avevo mai conosciuti! (e, con tono scherz. e amichevole: sei il solito s.!); con riferimento a atteggiamento, discorso e sim., stupido, odioso, detestabile: ragionamenti s.; un comportamento s.; ha delle idee davvero stronze".

Dunque «persona inetta e incapace, o che comunque si comporta in modo criticabile».
Non una offesa, non un ingiuria gratuita, ma una considerazione apertamente chiarificatrice.
Gagliardi pare abbia usato pubblicamente parecchie volte il termine "stronzo" (nel senso suggerito dalla Treccani, però ...) e ciò abbia provocato reazioni indignate e anche denunce, puntualmente senza esito: la parola non ha controindicazioni. Ed è molto chiara.

Personalmente il mio pudore non mi ha mai consentito di "trascendere", ma di "stronzi" anche io ne ho conosciuti e ne conosco (e ne conoscerò ...) parecchi. Persone qualsiasi, incontrate nel quotidiano. Ma anche tanti, troppi soggetti politici e amministratori pubblici.
Ora so che sono davvero degli "stronzi" (nel senso suggerito dalla Treccani, però ...) e non mancherò di farglielo notare pubblicamente.
E mi auguro che anche voi, che condividete con noi la necessità di essere chiari e trasparenti, farete altrettanto: «Lei è una persona inetta e incapace, o che comunque si comporta in modo criticabile. Dunque Lei è uno stronzo».

Senza offese, per carità. E, ovviamente, nel senso suggerito dalla Treccani.

Perchè la parola è potere.
E il potere deve essere di tutti: democrazia ...

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