La discriminazione della tassa sul permesso di soggiorno



di Luisa Rasero e Alessandro Berruti, Cgil Asti/Inca Asti.

E’ dal 2012 che, per rilascio/rinnovo permesso di soggiorno, gli stranieri residenti in Italia devono pagare un contributo aggiuntivo che va da 80 a 200 euro. Da pagarsi tutte le volte che si rinnova. Da sommare ai 73,50 euro per poste, Pse e bollo. La Cgil e il Patronato Inca hanno fatto ricorso, e la questione è finita anzi la Corte di Giustizia Europea, che ha detto: il contributo è sproporzionato e non motivato da spese che lo Stato Italiano debba sostenere; il contributo è discriminatorio, perché per i cittadini italiani il costo di rinnovo carta identità è di circa 10 euro, 8 volte in meno rispetto agli 80 euro del contributo chiesto agli stranieri anche nella versione più soft (può arrivare a 200 euro) ...

E adesso cosa succede? La giustizia italiana (Tar del Lazio dove la Cgil aveva fatto ricorso) si dovrà pronunciare e il Governo dovrà mettersi in regola. E nel frattempo? Attenzione, finché la norma non sarà cambiata, resta in vigore questo odioso contributo, che va pagato così com’è per evitare ritardi e problemi nel rilascio dei permessi.

Ma bisogna farsi sentire dal Governo, bisogna che i cittadini stranieri reclamino i soldi che hanno dovuto ingiustamente pagare. Mandando lettere al ministero competente, chiedendo che venga rispettata la sentenza della Corte di Giustizia europea. Ci si può rivolgere ai delegati Cgil o presso le nostre sedi, abbiamo le lettere pronte da compilare e firmare. Possiamo mandarle direttamente noi al ministero. Non costa nulla. Invitiamo i cittadini stranieri a non fidarsi di «intermediari», che magari chiedono anche un compenso e promettono che i soldi arriveranno senz’altro.

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