Come ti azzoppo la "meglio gioventù"



di Giampiero Monaca.


E' davvero un peccato che sui temi più belli, appassionanti e significativi quali l'educazione, la promozione sociale, la cura della salute, la tutela della sicurezza, la solidarietà, in questo paese si finisca quasi sempre ad urlare o a dover "giocare in difesa". Sarebbe così bello se si potessero affrontare questi temi con passione, onestà intellettuale, fiducia che l'interlocutore faccia le sue proposte ispirato da ideali sinceri e non da tornaconti personali, logiche lobbystiche, progetti di delegittimazione ...

Ho scritto di getto, pregustando la possibilità di dire la mia in questo guazzabuglio intricato di una delle più nefaste riforme scolastiche possibili: la cosiddetta riforma della “Buona Scuola”.
Ho scritto, riscritto, districandomi tra gli impegni lavorativi e personali.
Non ero soddisfatto: mi sono informato, ho letto, discusso, chiesto chiarimenti ad amici e conoscenti dell'ambiente scolastico.
Non sono nè uno sfegatato barricadero del "no a tutto" nè, tantomeno, un estimatore della riforma Renziana.
Forse andrò controcorrente e mi inimicherò anche qualche collega, ma non ritengo di dovermi battere per l'assunzione in ruolo di chi non è motivato a far crescere in allegria, entusiasmo, solidarietà gli studenti.

Non mi interessa scioperare per qualche ora fischiando non si sa cosa, costringendo le famiglie dei miei ragazzi a ricorrere a "tate, nonni e babysitter" per poi rientrare in classe, in una scuola che da anni spreca risorse economiche ed umane, accontentandosi spesso delle briciole di fondazioni, amministrazioni e governi, dopo che il grosso delle risorse hanno finanziato opere faraoniche ed inutili, manifestazioni pseudoculturali, approvvigionamento e installazione di apparecchiature di sicurezza a protezione del nostro desiderio di rapina.
Voglio poter insegnare ai nostri bambini il piacere dell'imparare, la meraviglia del comprendere, possibilmente in gruppo, non estorcere loro dati e date studiate a memoria e malvolentieri, in nottate passate a piangere studiando, dopo una giornata trascorsa sommersi dai compiti.

Voglio essere valutato, ma su parametri che io possa condividere, non esclusivamente sui dati quantitativi proposti da INVALSI.
Chi misurerà la propensione dei nostri alunni a imparare, la voglia di conoscere, l'approccio solidale al lavoro di gruppo, la sincerità, l'onestà?

In tutto il gran bailamme sul decreto scuola, ci si è concentrati in questi giorni più sulla definizione degli schieramenti che sull'effettiva analisi dei pro e dei contro.
Come spesso accade, però, l'oggetto specifico del contendere rimane piuttosto in secondo piano.
Vengono sventolati gli spauracchi del “preside sceriffo”, della formazione obbligatoria, della valutazione...
Gli “schieramenti” approntano le barricate per prepararsi alla lotta, affilando le armi di tremendi e terribili scioperi di … un giorno, due ore, un paio di giorni di ritardo, per bloccare la “macchina degli scrutini”; ritardo che agli scioperanti toccherà poi recuperare a testa bassa nei giorni successivi.
Una tiepidezza, una inefficacia da parte dei sindacati che sarà pagata a carissimo prezzo da troppe persone per molti anni a venire.

Personalmente io preferisco non utilizzare più lo strumento dello sciopero di disturbo alle famiglie, perchè lo ritengo ormai superato. Ormai è prioritario di cercare di educare trovando alleanze strategiche con le famiglie, creare e cercare opportunità di dialogo ed incontro con genitori per discutere di educazione, di politica, di futuro.
Preferisco fare meno scioperi di astensione durante il periodo scolastico ed educare al dialogo ed al dubbio, alla solidarietà tra persone e criticità verso ogni potere.

Gli insegnanti precari tremano al timore di non vedere confermata la loro occupazione, quelli di ruolo si preoccupano a pensare di essere valutati da un dirigente dispotico, la valutazione da parte di genitori ed alunni viene vista come un ricatto, la formazione è percepita come una vessazione.
In tutto il rumoroso dibattito di questo periodo però, non vedo assolutamente presente, nei temi dei confronti, dei soggetti per i quali l'intero sistema scolastico è in funzione, e merita di essere ristrutturato: i ragazzi, i bambini.
Già, dove sono i ragazzi?

Chi ha sprecato una parola ed una riflessione per valutare in che modo migliorare il servizio rivolto a loro?
Qual è l'emendamento che propone il benessere, agevola il confronto, auspica e valuta il piacere della scoperta e della conoscenza?
In che modo si garantisce loro un luogo di studio accogliente, sicuro, stimolante?
Quali risorse e quali agevolazioni procedurali son state previste, in modo da non avere fondi bloccati e strutture fatiscienti?

Spesso i lavori di manutenzione nelle scuole non si fanno perché le risorse non possono essere destinate a interventi importanti, soltanto per cavilli burocratici, oppure perché le scelte d'opportunità delle amministrazioni ritengono prioritario finanziare una sagra locale piuttosto che risistemare l'impianto termico di una scuola.
Quale scuola, quali insegnanti si impegnano per “educare” studenti e famiglie a discriminare tra spese “pazze” e spese utili?
I ragazzi vengono volentieri a scuola?

Si apre poi tutta la questione delle assunzioni e valutazioni sui docenti: sono opportune? Chi le può fare? Che valore devono avere?
Il mio lavoro è insegnare.
Il mio obbiettivo è trovare il modo di essere chiaro, interessante, stimolante e intellettualmente onesto “proprio” con quei bambini che ho in classe, proprio con “ciascuno” di loro.
Ho quindi l'impegno morale e l'esigenza professionale di formarmi continuamente, con ogni mezzo, per potermi presentare ogni mattina in classe pronto a stupirmi e coinvolgermi insieme a loro. Il problema della formazione è un falso problema: viva la formazione, ma quale?
Chi è nel mondo della scuola sa che certe formazioni possono essere estremamente stimolanti ed utili, ma altre sono delle conferenze fumose in cui relatori - strapagati - sciorinano ovvietà a una platea di insegnanti che seguono la sua esposizione con “tolleranza”.

Formazione obbligatoria si, ma quale? Ed in quale orario?
Mi danno un bonus per comprare un tablet esclusivamente perchè così io potrò compilare il registro elettronico.
Capite? Infognano un mare di soldi per permettere la compilazione delle assenze per via telematica e nelle scuole non abbiamo strumentazioni per fare esperimenti, tutti i computer hanno sistema operativo Windows che obbliga a licenze costose ed obsolescenza precoce, ci scanniamo per le fotocopie e per la colla … per non parlare della carta igienica.
Io lo definisco un osceno furto legalizzato
Perchè non concedere, ogni 5/10 anni, un anno a disposizione dei docenti per approfondire nuove metodologie, mettere a disposizione proprie competenze specifiche per altri colleghi, tirare il fiato riacquistando una prospettiva più d'insieme?

Sulla carta, nel migliore dei mondi possibili, il ddl potrebbe persino funzionare.
SE tutti fossero buoni, onesti, orientati al benessere dei ragazzi ed alla loro formazione come persone, non ci sarebbe nulla da temere.
Se vivessimo nel migliore dei mondi possibili, questa sarebbe la migliore delle riforme: impagabile la possibilità di licenziare mele marce, inetti e fannulloni. Che sogno, se in una scuola che decide di focalizzarsi su una metodologia potessero esserci solo insegnanti che ne condividono obbiettivi strumenti e mezzi.
Ma siamo in questo mondo, e per di più in Italia.

Licenziamenti per inettitudine? Credo sia dai tempi di Giulio Cesare che non se ne fanno, più facile ostracizzare chi ha opinioni diverse dal "Capo", chi non si allinea, chi fa troppe domande.
Ben venga un "leader" significativo ed autorevole che può costruire una squadra che lavori con coesione e sinergia su un obiettivo condiviso …. ma… e se invece di una brava persona, il Dirigente Scolastico è uno che vuole circondarsi solo dei lecchini?
Allora difendiamo tutti i docenti "tout court", certo… anche quelli che hanno il secondo lavoro e insegnano solo per avere un posto fisso?

Valutazione…. quanti “caproni” salgono in cattedra? La valutazione potrebbe servire a scremare e fare più qualità…
Invece son certo che in una valutazione ministeriale il primo a rischiare il posto sarei io…
L'idea che mi son fatto è che questa riforma sia nata in modo da risultare perfettamente funzionale agli interessi del modello di sviluppo consumistico globalizzato ed efficientistico.
Al mercato servono in primis consumatori acritici che come polli di batteria producano uova fino al giorno che dovranno finire in pentola. E così li vuole e li forma con il certificato questa scuola: mirati alla performance logica, in grado di studiare e sciorinare pagine su pagine, essere in grado di cogliere sfumature lessicali analizzandole grammaticalmente alla perfezione, senza comprendere e saper criticare il testo. Studenti che conoscono la nomenclatura di tutti gli insetti ma non sono educati ad emozionarsi nel vedersi schiudere una farfalla su un filo d'erba.

Per adesso speriamo che la "buona scuola" non riesca a produrre i suoi danni, purtroppo ci tocca farci bastare questa mediocre che abbiamo, è infinitamente meno dannosa della pretenziosa e pericolosa "buona scuola" dello "yuppie" con la zeppola.
Non voglio però chiudere con tristezza e rassegnazione, ieri in classe abbiamo parlato ai nostri bimbisvegli di 3C, delle difficoltà di noi maestri e della preoccupazione che abbiamo riguardo il futuro della scuola, delle attività laboratoriali, del fatto che non sappiamo se un bel giorno un dirigente arriverà a obbligarci a non ascoltare più la lezione seduti per terra o sui banchi, rimettere le scarpe ai piedi, condividere la merenda di pane olio e spezie il venerdì ecc ecc…

Elena di 8 anni alza la mano e dice: "perchè non chiedono a noi bambini che cosa ne pensiamo?".

Ecco la nostra Buona Scuola. Bella, dolce, solidale, impertinente, intransigente, coerente!

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