di Simone Weil (scritto nel 1943).
Un partito politico è una macchina per fabbricare una passione collettiva; un partito politico è un'organizzazione costituita in modo da esercitare una oppressione collettiva sul pensiero di ciascuno degli esseri umani che ne sono membri; fine primo e ultimo di ogni partito politico è il suo potenziamento senza limite alcuno ...
In ciò che chiamiamo "democrazia" il popolo non ha nè l'occasione, nè il mezzo di esprimere qualche parere su problemi della vita pubblica e tutto ciò che sfugge agli interessi dei singoli è lasciato alle passioni collettive, le quali vengono sistematicamente e ufficialmente incoraggiate.
La seconda condizione affinchè vi sia una volontà generale è che il popolo possa esprimere il suo volere rispetto ai problemi della vita pubblica e non operare soltanto una scelta tra persone.
Nei partiti esiste una parte, per quanto infinitesimale, di bene ? Non sono essi un male allo stato puro o quasi ? Se sono un male, allora è chiaro che di fatto e nella pratica non possono che produrre altro male.
L'influenza dei partiti ha interamente contaminato la vita mentale della nostra epoca. Un uomo che aderisce a un partito ha scorto probabilmente nell'azione e nella propaganda di questo partito cose che gli sono sembrate buone e giuste. Egli però non ha mai studiato la posizione del partito rispetto a tutti i problemi della vita pubblica. Entrando nel partito, accetta posizioni che ignora. Sottomette così il suo pensiero all'autorità del partito.
L'uomo non ha bisogno di riso o patate, ma di nutrimento. Non di legna o di carbone, ma di riscaldamento. Lo stesso accade con i bisogni dell'anima.
Un uomo si rende complice di un crimine se, avendo una parte grande, piccola o minima nell'orientamento dell'opinione pubblica, si astiene dal biasimarlo ogni qualvolta ne venga a conoscenza o se rifiuta talora di prenderne coscienza per non doverlo biasimare.