A cura delle Acli di Asti.
Nel nord d’italia il 63,4% delle famiglie è oggi in difficoltà a coprire le spese dell’assistente familiare.
Il 22,5% hanno intaccato una quota di risparmi, il 51,9% hanno ridotto le spese di altro tipo, il 4,1% sono indebitate. Questo il quadro di una situazione sociale drammatica che attende risposte adeguate e immediate ...
Lo scorso 23 gennaio si è tenuto ad Asti, presso il Centro Culturale S. Secondo, un incontro pubblico promosso dalle ACLI Piemonte e dalle ACLI Asti sul tema della non-autosufficienza.
Hanno partecipato Maria grazia Breda, coordinatrice del CSA, Coordinamento Sanità e Assistenza, il presidente regionale della Acli Piemonte Massimo Tarasco, il presidente provinciale Acli di Asti Giovanni Valente, e la responsabile regionale al welfare Daniela Grassi.
L’incontro, che si situa praticamente ad un anno dal seminario “Famiglie al limite”, tenuto sempre ad Asti e in cui si esaminavano gli sviluppi della situazione sociale, culturale ed economica delle famiglie piemontesi di giovani adulti, è stato voluto dalle Acli regionali e provinciali per fare il punto su quanto sta accadendo in questo momento, in particolare all’interno del welfare piemontese, circa la tutela dei diritti dei non autosufficienti, argomento che era già emerso come particolarmente importante per le famiglie nell’incontro dello scorso anno.
Infatti, nel corso degli ultimi dieci anni la trasformazione del welfare e del sistema di assistenza italiano e piemontese si è caratterizzata per una continua evoluzione e complessificazione dei bisogni e una parallela e per molti versi sciagurata, riduzione delle risorse pubbliche a disposizione.
Le Famiglie e il Terzo Settore, al costo di grandi fatiche, hanno coperto e rammendato gli strappi di scelte politiche e culturali che hanno ridotto notevolmente gli spazi di salute, di coesione sociale e di solidarietà pubblica nelle nostre comunità. La crisi economica ha ulteriormente aggravato la situazione trasformando un bisogno di assistenza in un costo sociale altissimo fatto di un aumento della povertà, di riduzione dell’occupazione, di riduzione della attività degli anziani.... Dentro questa involuzione la vicenda dei fondi e dei servizi per la non autosufficienza rappresenta bene l’immagine di una società che le associazioni che tutelano i malati non autosufficienti e le loro famiglie, rappresentate dal CSA e le Acli sicuramente non vogliono.
Nel nord d’italia il 63,4% delle famiglie è in difficoltà a coprire le spese dell’assistente familiare.
Il 22,5% hanno intaccato una quota di risparmi, il 51,9% hanno ridotto le spese di altro tipo, il 4,1% sono indebitate.
A fronte di crescenti esigenze assistiamo, invece, a tagli e riduzioni, alla continua richiesta verso le famiglie di una compartecipazione economica e al progressivo ritiro delle ASL dalla assistenza verso i non autosufficienti. Questo avviene nonostante i principi costituzionali e normativi affermino il principio del diritto alla salute.
Il titolo dell’incontro (“Non è sufficiente”) fa riferimento a quello dell’omonimo libretto, curato da Maria Grazia Breda e Andrea Ciattaglia con sottotitolo: storie e proposte di chi lotta per garantire il diritto alle cure alle persone non autosufficienti (ed. Altreconomia, Milano, 2013), dove, accanto a casi reali, storie che potrebbero riguardare tutti noi, vengono suggerite soluzioni e citate leggi a cui fare riferimento per ottenere e vedere realizzato il diritto alla cura.
Infatti, come sottolineato da Maria Grazia Breda durante l’incontro, a parte il tentativo di smantellamento del welfare operato in Piemonte in particolare nell’ultimo anno, le leggi a cui si deve fare riferimento sono quelle nazionali. E, come spesso accade nel nostro Paese, la legislazione esiste ed è articolata ed avanzata: il grosso problema è quello di riuscire a renderla operativa e di far divenire il diritto realmente ed immediatamente esigibile.
Proprio ottenere questo risultato è lo scopo del CSA, del libro “Non è sufficiente” e della PETIZIONE POPOLARE NAZIONALE alla quale le ACLI Piemonte e le Acli di Asti aderiscono, e il cui titolo è:
“DIRITTO ALLE PRESTAZIONI DOMICILIARI SANCITO DAI LEA, LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA SOCIO-SANITARIA A FAVORE DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI”.
“In base alle norme sui Lea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanitaria” si legge sul testo stesso della petizione “i soggetti con handicap intellettivo grave, gli anziani malati cronici non autosufficienti, le persone con demenza senile ed i pazienti con rilevanti disturbi psichiatrici e limitata autonomia hanno il diritto pienamente e immediatamente esigibile alle prestazioni socio- sanitarie residenziali senza limiti di durata. I soggetti con handicap intellettivo grave hanno anche il diritto pienamente e immediatamente esigibile alla frequenza dei centri diurni. Con riferimento alle norme sui Lea, la Petizione popolare nazionale ha lo scopo di ottenere dal Parlamento una legge che riconosca alle persone sopra indicate anche il prioritario diritto pienamente e immediatamente esigibile alle prestazioni socio-sanitarie domiciliari, nonché i relativi finanziamenti.” (http://www.fondazionepromozionesociale.it).
La petizione si può sottoscrivere presso la sede provinciale delle Acli di Asti, v. G. Carducci 22, uffici nel cortile, dal lunedì al venerdì in orario 9.00-12.00. Per informazioni: Sandra Ferrero, tel. 0141 324619. E’ possibile anche ritirare moduli da far firmare autonomamente presso associazioni, comunità ed altri enti eventualmente interessati.
Al convegno hanno partecipato, il sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, l’assessore alle politiche sociali, Piero Vercelli, don Daniele Bortolussi, coordinatore regionale della Pastorale sociale e del lavoro piemontese, Marco Canta portavoce regionale del Forum del Terzo Settore, Antonio Mione, di Banca Etica e il dottor Marcello Francesconi, primario Cure residenziali e domiciliarità ospedale Cardinal Massaia, Asti e rappresentanze dei sindacati, dei servizi sociali, delle Acli Colf piemontesi.