La convocazione della manifestazione di Sabato invoca il rispetto per le persone e le famiglie che rischiano di perdere la casa.
- Chiediamo fatti e non parole, per difenderci dalla precarietà dei redditi e dalla voracità del mercato immobiliare - si legge nel comunicato - Abbiamo chiesto al Coordinamento Asti-Est di darci una voce pubblica, affinché le nostre ragioni trovino ascolto e le nostre azioni siano comprese. Parliamo anche a nome di quelle centinaia di famiglie che stanno sopportando in silenzio condizioni abitative insostenibili, fitti da rapina, coabitazioni e sovraffollamenti, graduatorie ATC inesauribili -.
In questi giorni, il Coordinamento Asti Est ha inviato questa lettera urgente al Sindaco di Asti ed ai Capigruppo delle forze politiche:
Egregio Signor Sindaco,
nella prima settimana di febbraio, commentando pubblicamente su un periodico cittadino l'avvio delle prime procedure di revoca dell'assegnazione di inquilini ATC, abbiamo segnalato l'orario di apertura del nostro “sportello sociale”. Da quella data si sono presentate allo “sportello”, in buona parte per la prima volta, 34 persone/famiglie.
E' un campione rappresentativo del bisogno abitativo che si manifesta tra la parte di popolazione più esposta, per varie ragioni, al rischio di esclusione. Il grosso del bisogno insoddisfatto resta privo di voce in inesauribili graduatorie ATC, oppure è celato da una discutibile filosofia di vita: ognuno per sé e Dio per tutti, caratteristica di questi tempi.
In ogni caso, al di là del nostro campione e dei comportamenti di chi subisce in silenzio una insostenibile condizione abitativa, resta il problema “sociale” denunciato da agenzie pubbliche e private di ogni ordine e grado; ciò che giustifica anche questa nostra lettera.
L'identikit di queste persone/famiglie e del relativo bisogno abitativo l'abbiamo sintetizzato così:
Per composizione del nucleo familiare:
• 20 famiglie con minori
• 7 famiglie senza minori
• 7 persone sole
Per categorie di bisogno abitativo:
• Procedure di sfratto da abitazione ATC: 8
• Occupanti senza titolo di abitazione ATC: 4
• Condizioni varie alloggi ATC: 1
• Senza fissa dimora: 6
• Sfratti da abitazione privata: 11
• Varie da abitazione privata: 4
La nostra associazione ha “accompagnato” queste persone/famiglie, alla ricerca di una soluzione del loro problema, con le consuete modalità: informazioni sulla legislazione in materia, descrizione del contesto sociale in cui il problema si manifesta, le opportunità per risolverlo, le relazioni con gli enti (Comune e Atc in particolare), azioni di denuncia pubbliche e di contrasto degli sfratti.
Questo accompagnamento lo abbiamo sintetizzato così:
• Relazioni con l'Assessorato ai Servizi Sociali, con gli ufficiali giudiziari, con l'Atc, con gli Avvocati della proprietà per ognuno dei 34 casi
• Contrasti degli sfratti eseguiti: 4
• Rinvii richiesti e ottenuti: 5 di cui 1 nel corso della procedura di sfratto
• Richieste di inserimento nelle “emergenze abitative”: 11
• Ospitalità temporanea nella nostra sede: 4
• Mediazioni per contributo avvio alla locazione: 2 accettate dall'assessorato di cui una non ancora chiusa ed 1 respinta.
Il nostro giudizio sugli Enti che hanno le principali responsabilità in materia di diritto all'abitare dei cittadini (recepito da ogni Statuto) è ovviamente negativo. L'assessore ai Servizi Sociali di questo Comune, nel corso dell'unica riunione del “tavolo delle emergenze” convocata dacché ha avuto l'incarico di amministratore, ha annunciato l'intenzione di rimuovere in breve tempo le cause dell'emergenza abitativa. Le azioni che ha fatto seguire a questo impegnativo annuncio sono le seguenti:
1. Soppressione della graduatoria delle emergenze e sostanziale azzeramento dell'attività del “tavolo”, vale a dire un di più di opacità sulla dimensione e sulle caratteristiche del bisogno abitativo in città, nonché sulle procedure amministrative dell'assessorato; un po’ più di discrezionalità dell'assessorato essendo il “tavolo” l'unica occasione di relazione “in rete” di tutti gli enti e associazioni che a vario titolo si occupano del problema abitativo;
2. Una sommaria classificazione di “morosità colpevole” di più di cento inquilini dell'Atc e il conseguente avvio di altrettante procedure di revoca dell'assegnazione, vale a dire un provvedimento, mai adottato in precedenza con queste dimensioni, dettato dalla mancanza di risorse (fondo sociale non finanziato) più che dalla necessità, l'unica dichiarata pubblicamente, di “moralizzare” le relazioni tra l'Atc e relativi inquilini;
3. Il coinvolgimento senza esiti apprezzabili, delle agenzie di lavoro interinale per favorire l'avviamento al lavoro delle persone in emergenza abitativa, analogamente con le agenzie immobiliari per avere in uso dell'amministrazione, a canoni di affitto calmierati, alcune abitazioni da destinare alle famiglie in emergenza;
4. La conferma di tutti i limiti, denunciati più volte dalle associazioni di volontariato, delle poche strutture di accoglienza presenti in città, sovraffollate quelli per donne e bambini, gestita in modo assai discutibile quella di via Carducci, inesistenti quelle per nuclei familiari;
5. La soppressione di una attività sistematica di prevenzione degli sfratti, orientata ad evitare le esecuzioni degli sfratti di famiglie con minori, svolta in un recente passato dall'ufficio casa, con un monitoraggio delle procedure e con il necessario investimento in relazioni (con ufficiali giudiziari, proprietari e relativi avvocati);
6. Il silenzio più assoluto sugli aspetti strutturali del problema abitativo in città. Tanto per fare un esempio, l'ultima consegna di alloggi popolari in città da parte dell'Atc risale al maggio del 2005 (lotto 4 di via M.T. di Calcutta) e la prossima si avrà forse a settembre del 2008 (18 alloggi di via Dettoni, di 50 mq), dopo essere stata annunciata per la primavera. Per tutto questo tempo il Comune ha avuto la disponibilità dei pochissimi alloggi cosiddetti “di risulta” e si può dimostrare che nello stesso periodo il bisogno abitativo insoddisfatto è aumentato.
Analogamente, silenzio assoluto sulla attività immobiliare in città, chiaramente speculativa, che
esclude dal mercato delle locazioni una bella fetta di popolazione e non incontra mai, come potrebbe in sede di convenzione urbanistica, l'interesse del Comune all'uso di abitazioni a canone sociale.
A riprova di tutto ciò annotiamo i casi di due famiglie con minori per le quali lo sfratto esecutivo è imminente. Nella nostra casistica si tratta di “naufraghi della vita” vale a dire di famiglie che hanno avuto per anni una vita normale, figli a scuola, bollette e canoni regolarmente pagati, redditi e progetto di vita. Poi è sopravvenuto l'imprevisto, una malattia invalidante in un caso, il fallimento di una modesta impresa nell'altro.
Annotiamo inoltre un altro caso che conferma per altri versi il nostro giudizio.
a) La famiglia F. A. quattro minori di cui uno di pochi mesi, due rinvii dello sfratto, assegnazione di un vecchio alloggio popolare di due camere e servizi assoggettato a lavori di manutenzione straordinaria a carico del Comune (impianti di riscaldamento ed elettrico, pavimenti, infissi e sanitari). I lavori non saranno ultimati in tempo utile per avere la disponibilità effettiva dell'alloggio il giorno 10 marzo 2008, giorno dello sfratto esecutivo;
b) La famiglia di A.T. due minori, uno di pochi mesi. Madre e figli ospitati, nelle prime fasi della procedura di sfratto, nel centro di accoglienza di via Testa, in coabitazione e sovraffollamento (quattro letti in una stanza) e nell'impossibilità di avere significativi rapporti con padre e marito. Una condizione insostenibile a cui ha messo fine la stessa famiglia ricomponendosi nell'alloggio soggetto a sfratto.
Lo sfratto esecutivo è fissato per il giorno 5 marzo 2008;
c) La famiglia A. G. vittima degli interventi “sfasciafamiglie” dell'ufficio Minori. Una storia non ancora finita di totale mancanza di rispetto delle relazioni familiari. La nostra associazione, di intesa con l'assessorato, ha anticipato alla famiglia l'equivalente del “contributo di avvio alla locazione” per la sottoscrizione di un contratto di affitto. Il contratto è stato sottoscritto, la famiglia domicilia regolarmente in quell'alloggio, la nostra associazione non ha ancora ricevuto, a distanza di mesi, il contributo anticipato.
Cosa ci aspettiamo da Lei Signor Sindaco ?
– un intervento risolutivo dei tre casi annotati
– l'invito ad un incontro per un esame meno approssimato della situazione e delle richieste che renderemo pubbliche il giorno 8 marzo nel corso di una conferenza stampa e di un presidio presso il Comune in Piazza San Secondo.
Con molto rispetto.
Per il Coordinamento Asti-est:
Carlo Sottile, Egle Piccinini, Michele Clemente, Brunella Testoni, Rosy Stennardo.