Non è stato un agosto semplice. Non soltanto per i temi che hanno catalizzato la grande informazione nel nostro paese, come il nuovo rullare dei tamburi di guerra (questa volta in direzione Siria) o l'abolizione dell'Imu (che prelude a nuove tasse, sotto altro nome), ma per l'ennesima sottile distruzione di alcuni diritti ora trasformati in puri "servizi". Ne citiamo un paio, molto vicini e per noi parecchio emblematici ...
Il primo: l'amministrazione provinciale di Novara ha deciso che il prossimo imminente anno scolastico sarà caratterizzato dalla chiusura degli istituti superiori il sabato mattina. Voi penserete: evidentemente si tratta di un preciso disegno educativo/formativo che ridisegna la mappa dell'istruzione superiore "spalmando" i programmi scolastici su 5 giorni la settimana.
No, sarebbe troppo "normale" si trattasse del frutto di un preciso disegno pianificato ... La decisione - dichiarata - dell'ente provinciale deriva da una sola necessità: risparmiare sui costi di riscaldamento e di trasporto !
Dobbiamo risparmiare, dunque niente più scuola al sabato. L'economia prevale sui diritti.
A quando la chiusura del pronto soccorso la domenica ?
Il secondo: gran parte delle autolinee in servizio nell'astigiano nel mese di agosto non hanno effettuato corse. Per risparmiare.
Molte persone anziane desiderose di passare qualche giorno di ferie in visita ad altrettanto anziani parenti "di campagna" si sono trovate ... a piedi.
Niente di male, resta sempre l'alternativa del buon vecchio, comodo treno. Direte voi.
Purtroppo le autolinee sono oggi le uniche opportunità di trasporto locale in gran parte della nostra provincia e le tratte ferroviarie sono da tempo state azzerate. Per risparmiare.
Ora si mormora che le autolinee saranno nuovamente oggetto di "tagli" da parte della Regione Piemonte: niente treni e sempre meno autobus. Per risparmiare.
In compenso, in ogni angolo del Piemonte si ipotizza di trasformare le dismesse linee ferroviarie in piste ciclabili artificiali: i binari verrebbero ricoperti da pedane in gomma (riciclata), dunque removibili in caso di nuove necessità ferroviarie future.
I sindaci di Canelli e Calamandrana si sono dichiarati entusiasti dell'evenienza. L'assessore regionale al Turismo (Cirio) assicura che qualche milionata di euro per il progetto e l'esecuzione salteranno certamente fuori dal (suo) cilindro magico ...
Di casi analoghi ne contiamo a bizzeffe: dalla sanità alla casa, dall'occupazione all'ambiente, dalla giustizia agli enti locali.
Possiamo continuare a far finta di non accorgercene.
Oppure possiamo deciderci a chiamare le "cose" con il loro nome: i diritti sono diritti.
I servizi sono un'altra "cosa", che chi può (e vuole) può permettersi oppure no.
Chi chiama "servizi" i "diritti" e "utenti" i "cittadini" (nel senso di "persone") è bene la smetta di occuparsi della "cosa pubblica".
Ed è utile farglielo notare.
A nostro avviso, è ora di tirarsi su le maniche e fare come ci insegnano gli zapatisti: fare rumore, molto rumore. E pretendere che i nostri diritti non vengano (più) calpestati.
(Scusate, forse ci siamo confusi: questo "incitamento sovversivo" lo ha pronunciato pochi giorni un certo Papa Francesco I°, rivolgendosi ai giovani ...).