Come tutti/e saprete, è notizia delle ultime ore la possibile scelta del Governo di agire nei confronti del referendum per l'acqua come già ha fatto con il nucleare e di aggirare così la volontà popolare.
Che vuol dire ? Che probabilmente si proverà a fare una "leggina" sull'acqua e il servizio idrico.
Ma quale differenza c'è con il nucleare ? La differenza sta nel fatto che per l'acqua è molto più difficile “venire incontro” alle nostre richieste visto che chiediamo la fuoriuscita dell'acqua dal mercato.
Per questo la strategia sarà quella di creare una cortina fumogena, di confondere le acque e i cittadini e poter dire che non c'è più bisogno dei referendum. Ovvero non c'è più bisogno che gli italiani dicano la loro rispetto a questioni vitali.
Si calpesta la richiesta di esprimersi in prima persona e partecipare al di là dell'urna. Si concretizza quello che andiamo dicendo da tempo: si scrive acqua, si legge democrazia.
E' necessario essere all'altezza dell'attacco che ci stanno portando e, per questo, dobbiamo chiamare alla mobilitazione tutto il popolo dell'acqua che, al di là di facili retoriche, possa affermare l'importanza della nostra battaglia ma, ancor di più, della difesa degli spazi di agibilità democratica e politica.
A questo punto, nei prossimi giorni produrremo un appello da far firmare a cittadini, associazioni, sindacati ed enti locali, oltre che ad esponenti della cultura, del mondo accademico e della politica, in difesa dei beni comuni e dell'espressione democratica nel nostro paese;
Da Martedì 26 a Giovedì 28 attiveremo un’azione di pressione tramite l'invio di mail a tutti i parlamentari dal titolo “Non provate a toccare i referendum”.
Per Venerdì 29 potrebbe essere necessario indire, di fronte alle prefetture di tutta Italia, manifestazioni comunicative e includenti per l'acqua bene comune, in difesa dello svolgimento dei referendum e la libertà dei cittadini di partecipare alla vita pubblica di questo paese.