di Sergio Motolese.
Da parecchi giorni la parola vaccino prende sempre più spazio nei notiziari e nei dibattiti. Lo si aspetta con ansia, con la speranza che risolva tutti i problemi, affinché si possa così tornare alla vita di prima, alla vita “normale”, e questo periodo resti solo un brutto ricordo, scacciando fastidiose domande sui motivi di quanto avvenuto e cercando di sopire la paura di nuove pandemie e nuovi disastri ambientali e umani.
Dopo un mese abbondante di terrorismo mediatico, bollettini di morti e leggi eccezionali, il nemico invisibile è temuto abbastanza da essere disposti ad accettare passivamente e acriticamente qualunque rimedio atto a debellarlo, a distruggerlo. Almeno, questo è quello che ci si aspetta da parte dei poteri costituiti, a partire da quello sanitario...
Eppure dovrebbe ormai essere chiaro che nessuno può dare certezze e anzi assistiamo ad una guerra tra presunti “esperti”, alcuni dei quali sono giunti addirittura a creare un sedicente “Patto trasversale per la scienza”, arrogandosi la verità scientifica a colpi di denunce e presenze nei salotti televisivi.
Tralascio altre considerazioni per concentrarmi sul tema vaccino.
Albert Bruce Sabin, premio nobel e scopritore del vaccino antipolio, più di venti anni addietro fece una osservazione molto ragionevole circa l'efficacia del vaccino antinfluenzale: “Perché vaccinare contro il virus dell'anno precedente?”. Fu subito zittito; peraltro si era già creato parecchie inimicizie non avendo voluto brevettare la sua scoperta. Forse oggi sarebbe stato bollato come no-vax!
Eppure è ben noto che anche questo coronavirus muta e muterà continuamente e non è possibile creare una immunità durevole, proprio come le altre influenze e il raffreddore. Ma in questo caso c'è di più. Da un articolo ben documentato sul quotidiano Avvenire, organo ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, del 3/4/2020, pag. 8, apprendiamo che il vaccino che sembra ottenere più consensi e aspettative (e questo sarà sicuramente brevettato...) è il cosiddetto PittCoVacc, Pittsburgh corona virus vaccine, il quale, a detta dei ricercatori americani, ha prodotto nei topi anticorpi specifici per il Sars-Cov-2. Esso “segue un approccio più consolidato utilizzando frammenti di proteine virali creati in laboratorio in grado di sviluppare immunità”.
Dunque, questa proteina, denominata “Spike” viene “creata” in laboratorio, non esiste in natura, tanto che gli si è dovuto dare un nome; viene poi specificato che: “Va ovviamente ricordato che la capacità di indurre anticorpi contro Sars-Cov-2 in animali non infettabili da virus non necessariamente significa effettiva protezione contro l'infezione per l'uomo”.
Verosimilmente ad alcuni miliardi di persone verrà iniettata una proteina creata totalmente in laboratorio, artificiale, estranea all'organismo umano e al sistema immunitario. Nessuno si chiede cosa provocherà, anzi è una lotta contro il tempo per accelerare ed evitare persino i controlli e i protocolli finora usati per gli altri vaccini.
L'attuale scienza materialistica, per la quale l'uomo è una specie di macchina che consuma calorie con un cervello simile ad un algoritmo, non paga di aver creato e creare disastri umani e ambientali, pretende ora di risolverli con gli stessi pensieri, anzi “buchi” di pensieri, e metodi che li hanno prodotti.
L'illusione, l'arroganza di poter “migliorare” la natura e l'uomo stesso attraverso la sostituzione e immissione di geni, nei cibi e nei medicinali, quando non “crearli” in laboratorio, è la quintessenza di questi apprendisti stregoni che agiscono senza conoscere l'essere umano, ritenuto un insieme di cellule e organi intercambiabili anziché uno spirito creativo.
Una aggiunta è ancora doverosa. Si è giunti a spostare geni tra regni diversi di natura, da piante a animali, e ancora, trasferire geni umani in animali da cui prelevare organi da trapiantare nell'uomo. Possiamo stupirci che virus innocui in animali “emigrino” nell'uomo e creino pandemie? Che dicono i sedicenti “pattisti trasversali”? Probabilmente direbbero che non ci sono altre alternative, che il progresso non si può fermare, che l'innovazione bla bla....
Non è vero, l'alternativa esiste.
Rudolf Steiner, già cento anni fa, ha portato alla conoscenza e alla pratica una agricoltura (biodinamica) nella quale l'agricoltore è il medico della Terra e una medicina (antroposofica) in cui il medico cura l'essere umano nella sua interezza: fisica, animica e spirituale. Possiamo definirle agricoltura e medicina autenticamente cristiane. Tutti hanno la possibilità di conoscerle e utilizzarle, non sono brevettate. Peccato che il giornale dei Vescovi italiani, da cui ho tratto l'articolo citato, di questi argomenti non si occupa, accodandosi ai tanti ammiratori di una scienza sempre più disumana, uno scientismo dogmatico che diventa dittatura sanitaria.
In una conferenza tenuta il 7 ottobre 1917 R. Steiner, riferendosi al futuro, cioè ai nostri giorni, faceva una stupefacente previsione:
“Due concezioni del mondo si confronteranno con grande asprezza: una penserà come siano da formare concetti che siano adatti alla vera realtà, alla realtà della spirito e dell'anima; l'altra, che seguirà l'odierno materialismo, ricercherà il vaccino che renderà “sano” il corpo, vale a dire lo renderà tale che per sua costituzione non parli di sciocchezze quali anima e spirito, ma “sanamente” parli delle forze che vivono nelle macchine e nella chimica (…). Si affiderà ai medici materialisti l'eliminazione dell'anima dall'umanità”
Ad ognuno di noi il compito e la responsabilità di scegliere quale futuro preferisce. Dobbiamo prepararci a tempi in cui la libertà di pensare e quella di agire dovranno essere non solo reclamate ma esercitate, e lo si dovrà fare con determinazione, intelligenza, carica ideale ed equilibrio interiore.