di Giuseppe Ratti.
Il progetto della TSO sarà modificato: il numero di corsie passerà da quattro a due e la galleria S. Pietro sarà ad una sola canna, anziché a due. E' una prima importante variante; è conseguenza dei rilievi fatti dal ministero dell'Ambiente. Peccato che i nostri amministratori non ci siano arrivati da soli; bastava capissero le ragioni dell'opposizione al progetto; oppure, bastava rispettassero, per coerenza, gli accordi tra istituzioni da cui è nato il progetto. Possono riabilitarsi sollecitando essi stessi altre varianti, altrettanto importanti.
Ad esempio, perché la TSO a Rocca Schiavina è collegata soltanto all'Autostrada AT-CN?
Servirà solo a chi viaggia in autostrada, mentre quelli di San Marzanotto staranno a guardare; non ci potranno passare mezzi agricoli e sarà quindi un' appendice dell'autostrada e non una vera tangenziale.
Perché allora non collegarla alla strada provinciale Asti-Isola? Sempre ad esempio, perché la galleria San Pietro è un sottopassaggio? Posta com'è in una zona idrologicamente delicata, è soggetta a rischio idraulico e può trasformarsi in un pericolo. Perché non fare una galleria normale, com'è regola per le gallerie stradali? Pertinente al progetto è la notizia (pubblicata su La Stampa del 17 febbraio), che i lavori in corso nel tratto Isola-Rocca Schiavina dell'autostrada, hanno lo scopo di innalzare il livello delle carreggiate, per difesa da possibili esondazioni del Tanaro.
Ciò significa che l'Anas si fida poco dei nostri argini; tanto poco da sostenere una spesa non indifferente per proteggersi da sola. Se gli argini non sono una protezione affidabile per l'autostrada, non lo sono neppure per la TSO; anzi, non lo sono in generale. Non sarebbe bene controllare il progetto della TSO dal punto di vista idraulico? Che può dire al riguardo il vicesindaco Ebarnabo, che ha promosso tempo fa un'indagine sullo stato di manutenzione e di efficienza degli argini?
