Interventi non invasivi per rilanciare l'economia

Imagedi Guido Bonino.

Nel dibattito che vede il partito della cementificazione contrapposto alle associazioni ambientaliste nell’intento di fare cassa il primo e di difendere il territorio quale bene comune le seconde, si è recentemente inserita la voce del sindacato, affermando che il rilancio dell’economia passa attraverso le grandi opere. Non ritengo che i grandi numeri siano una garanzia né di sviluppo economico, né tantomeno sinonimo di una corretta gestione e riqualificazione del territorio ...

Come non è necessario un tratto autostradale che colleghi l’Asti-Cuneo con il casello ovest della A21, con relativi tratti sopraelevati ed in galleria, non è altrettanto necessaria una concentrazione della vendita di prodotti tipici in una struttura quale l’ipotizzato Agrivillage. Altrettanto ritengo che anche interventi nell’area urbana sui grandi contenitori (ospedale, maternità, etc.) possano essere realizzati secondo “lotti” e non già in unico blocco.

Ad evitare l’immobilismo e la necessità di capitali che le strutture faraoniche generano, con tempi biblici non solo per le fasi di studio, approvazione e finanziamento, ma anche poi di realizzazione ad esclusivo vantaggio dei pochi operatori in grado di realizzarle, il progettare opere più limitate sia per entità che per impatto sull’ambiente, porta alla soluzione dei problemi di rilancio economico attraverso interventi non solo più snelli, e quindi di più rapida esecuzione, eliminando oltretutto le condizioni di monopolio proprie delle opere faraoniche. Ciò aumentando, quindi, non solo la concorrenza per la realizzazione delle stesse, ma anche il controllo sulle medesime, sia da parte delle amministrazioni, che in merito al risultato, con possibili variazioni da apportare in itinere.

Il progettare una bretella ad ovest della città, con il terzo ponte sul Tanaro, senza allontanare la stessa più del dovuto dall’abitato urbano, creando pertanto maggiori connessioni con lo stesso, porterebbe all’effettivo collegamento del sud dell’astigiano con il contesto urbano e con l’ospedale nuovo, senza dover essere né un’asse autostradale, né un’opera di elevato impatto ambientale.

Anche i centri commerciali – non ultima l’ipotesi Agrivillage – concentrano e gestiscono grandi superfici di vendita, in posizioni strategiche rispetto agli assi autostradali, favorendo non già l’utente e la relativa economia, ma unicamente l’afflusso massiccio in ampi e desolanti parcheggi di utenti per nulla interessati sia al concentrico storico, che alle sue peculiarità. Per contro i visitatori vengono proiettati attraverso percorrenze chilometriche, con relativi oneri e pedaggi, dalla pubblicità nell’illusione di trovare tra i prefabbricati ed il cartongesso l’offerta più conveniente.

A tali iniziative si deve contrapporre l’alternativa di offrire strade ora di valle, ora di costa o di cresta, in perfette condizioni di manutenzione, tali da permettere flussi di visitatori a diretto contatto con i luoghi e le loro produzioni enogastronomiche tipiche, portandoli così a conoscere le diverse realtà dell’Astigiano e del Monferrato, soffermandosi in cantina come in trattoria, o tra i sapori di una sagra locale od tra gli echi di una piazza che risuona del tifo di una partita di tamburello come di una corsa degli asini.

Anche l’intervento sui grandi contenitori vuoti in ambito urbano, come l’ospedale, che si presenta con diverse datazioni ed altrettante tipologie costruttive, si presterebbe ad una più razionale lottizzazione sulla base di queste ultime. Il tutto aggregando quindi diverse funzioni nel complesso, dopo un’attenta analisi delle varie preesistenze, e non solamente computandone le metrature a disposizione. Un concorso per idee – da tempo promesso ma mai bandito -  seguito da un attento piano di recupero a coordinamento pubblico, potrebbe mettere in evidenza non già  l’interesse dell’operatore privato per l’intero complesso, ma prospettare le diverse soluzioni da calare all’interno delle varie realtà presenti, individuando pertanto solo in un secondo momento, e per lotti, gli operatori agli stessi interessati.

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