di Alessandro Mortarino.
Due mesi fa il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio ha avviato la sua nuova campagna interamente dedicata a uno dei tanti punti nevralgici trattati nella sua Proposta di legge per l'arresto del consumo di suolo e il riuso dei suoli urbanizzati. Il focus quest'anno si concentra sull'ingente patrimonio edilizio oggi esistente in Italia e in condizioni di inutilizzo e abbandono. E a distanza di soli due mesi ci siamo accorti di avere aperto una sorta di "vaso di Pandora", riferendoci soltanto alle centinaia di telefonate e mail ricevute da parte di altrettanti Sindaci, Assessori, consiglieri comunali da ogni parte del Paese...
Una reazione che ci ha sorpresi; da molti anni, infatti, le ricostruzioni storico-giuridiche di Paolo Maddalena (Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale) avevano illuminato ampiamente il significato del concetto di “funzione sociale” della proprietà privata tutelato dalla Repubblica. E, parallelamente, noi stessi avevamo dato risalto all’esperienza in atto nel comune marchigiano di Terre Roveresche, esempio concreto di una corretta applicazione dell’articolo 42 della nostra Costituzione che ha portato alla definizione di un Regolamento comunale e di una procedura amministrativa che ha già consentito l’acquisizione coattiva di sei immobili e di un terreno abbandonati e in stato di degrado, tornati pertanto nella disponibilità del patrimonio pubblico, cioè della collettività.
Davamo quasi per scontato che queste informazioni fossero note a tutti: ci sbagliavamo. E l’avvio della nostra campagna nazionale ce lo ha fatto comprendere. O, meglio, ce lo hanno fatto comprendere le innumerevoli richieste di approfondimento arrivate dagli amministratori (di ogni Regione e di Comuni di ogni dimensione, dal micro all’area metropolitana) .
Ora occorre procedere e fondamentale sarà il ruolo di ogni cittadina/o nel replicare l’invito ai propri amministratori ad approfondire il tema per analizzare l’esempio “vivente” di Terre Roveresche. Rinnoviamo quindi il suggerimento ad attivarsi nel proprio Comune attraverso questi semplici e rapidi passi:
– inviare a proprio nome questo messaggio al proprio Sindaco e a tutti i consiglieri comunali;
– diffonderlo ai media locali;
– inoltrarlo a tutte le persone, associazioni e comitati con cui intrattenete rapporti.
Abbiamo inoltre predisposto diversi documenti utilissimi per avere chiaro che cosa significa restituire la “funzione sociale” a un bene abbandonato e per farlo comprendere ai vostri amministratori. Ve ne segnaliamo qualcuno:
- L’esperienza – in atto da quasi 10 anni – nel Comune di Terre Roveresche (video qui).
- L’articolo 42 e la Costituzione: dalle origini della proprietà alla “funzione sociale” dei beni privati. La lectio del prof. Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale (video qui).
- Slide che riassumono i principali elementi della campagna nazionale in corso (scaricabili qui): dalla sovranità popolare nell’antica Roma all’articolo 42 della Costituzione, dalle procedure attuate da Terre Roveresche agli approfondimenti delle Domande Ricorrenti.
- La Delibera del consiglio comunale n 10 del 15.03.2022 di Terre Roveresche e il Regolamento (scaricabile qui).
Ma tutti i documenti utili li potete leggere e scaricare da qui. Compresi alcuni esempi di Ordinanze, di Delibera di inserimento nel patrimonio comunale e di Nota di trascrizione Conservatoria emessa da Terre Roveresche (e dunque a disposizione per essere riprodotte e personalizzate da ogni altro Comune).
PERCHE’ E’ IMPORTANTE RECUPERARE GLI IMMOBILI PRIVATI IN STATO DI ABBANDONO?
Secondo i più recenti dati messi a disposizione dall’ISTAT, nel nostro Paese quasi un terzo delle abitazioni esistenti risulta essere inutilizzato, vuoto, sfitto. Un patrimonio di oltre 10 milioni di abitazioni non occupate, termine che ISTAT definisce come “abitazioni vuote o occupate esclusivamente da persone non dimoranti abitualmente”. Queste ultime sono pari a circa 5 milioni e mezzo, il che significa che più di 5 milioni di abitazioni sono sprangate e in declino. Potrebbero ospitare una media di 10/12 milioni di abitanti e consentire l’azzeramento di tutte le previsioni edificatorie dei nostri Comuni…
A questo dato enorme, e molto spesso trascurato, vanno ovviamente sommati i capannoni produttivi/commerciali/agricoli: ecco così uno stock immenso di edifici “passivi”, privi di quella “funzione sociale” richiamata con lucida concretezza dall’articolo 42 della nostra Costituzione.
Parte di questo patrimonio immobiliare inutilizzato versa, addirittura, in stato di abbandono e/o di degrado, ledendo l’estetica paesaggistica dei territori e creando condizioni di pericolo e di minaccia alla sicurezza.
E poiché questa rilevante parte edificata non assolve a un “ruolo” sociale, ci ritroviamo sistematicamente con Piani Regolatori o Piani di Gestione del Territorio che prevedono ampie possibilità di nuove costruzioni e, ovviamente, di ulteriori danni alle collettività causati dal conseguente consumo di suolo. Nonostante un andamento demografico in costante calo: un’emergenza condivisa da cittadini e istituzioni, ma ancora non concretamente tutelata da leggi nazionali.
Volendo riassumere in una frase questa situazione, potremmo affermare che gli immobili necessari ai fini residenziali e produttivi complessivamente risultano già esistere ma giacciono nell’abbandono, mentre nuove possibilità edificatorie (quasi sempre pari o addirittura superiori) vengono previste dai Piani Urbanistici.
È pertanto indispensabile che ogni amministrazione comunale concentri le proprie attenzioni e scelte sull’odierno scenario, ponendosi l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo senza penalizzare i bisogni della popolazione, attraverso azioni in grado di rimettere a loro disposizione proprio quell’ingente stock immobiliare oggi inutilizzato.
Ma come fare?
La risposta che il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio ha inteso offrire a Sindaci e amministratori, poggia esattamente su una corretta interpretazione e applicazione dell’articolo 42 della Costituzione, secondo le tesi del prof. Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale. Dopo lunghi anni di ricerche e analisi storico-giuridiche, il prof. Maddalena ha minuziosamente ricostruito la genesi della proprietà, che vede le sue radici nella proprietà collettiva, la quale precede storicamente la proprietà individuale e ancora oggi mantiene la sua prevalenza logica e giuridica su quest’ultima.
La proprietà fondiaria individuale deve, quindi, essere concepita come «una cessione del territorio all’utilizzazione dei singoli: la sovranità non si risolve in puro potere normativo e lo Stato assume in proprio dominio il territorio, sia per utilizzarlo personalmente e sia per poterlo concedere all’utilizzazione dei propri cittadini».
L’iniziativa economica privata, secondo la Costituzione, è libera ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Infatti, l’articolo 42 della Costituzione recita che “la legge riconosce e garantisce la proprietà privata allo scopo di assicurarne la funzione sociale e l’accessibilità a tutti”.
Sulla base delle analisi del prof. Maddalena, il Comune di Terre Roveresche (nelle Marche in Provincia di Pesaro e Urbino), ha da anni messo in pratica un iter per fronteggiare il preoccupante fenomeno degli immobili abbandonati nel territorio, mettendo quindi anche in atto iniziative tendenti ad arrestare lo spopolamento e l’abbandono dello stesso.
Si tratta di un Regolamento comunale, approvato nel 2017 e ulteriormente perfezionato nel 2022, che già ha prodotto sette acquisizioni al patrimonio comunale e suggerisce, dunque, una strada applicabile ovunque.
Una scelta “politica” che non deve essere confusa come un atto di “esproprio”, poiché storicamente il popolo cede ai singoli parte di territorio, che in origine gli appartiene; ma se il singolo non lo utilizza, il popolo sovrano se lo può riprendere.
In tema di proprietà, va sempre operata una distinzione tra la proprietà comune o collettiva, che ha il suo fondamento nella sovranità, e la proprietà privata, che ha il suo fondamento nella legge. E in quest’ultimo caso va ricordato, secondo Costituzione, che se non c’è funzione sociale non c’è tutela giuridica, e non c’è quindi proprietà privata.
Un esempio da imitare, a nostro avviso, e innanzitutto da studiare e valutare.